Presi da un momento di sconforto abbiamo deciso di fuggire all'istante anche da lì. E di corsa. Ma quello che non sapevo e che avrei scoperto una volta a casa, era che avevo dei vicini di casa filippini, che la domenica, come tutti i filippini di Roma hanno un solo ed unico passatempo. Il Karaoke. E credo di non avere più parole per loro.
martedì 22 settembre 2009
Ikea. Inferno o paradiso?
Presi da un momento di sconforto abbiamo deciso di fuggire all'istante anche da lì. E di corsa. Ma quello che non sapevo e che avrei scoperto una volta a casa, era che avevo dei vicini di casa filippini, che la domenica, come tutti i filippini di Roma hanno un solo ed unico passatempo. Il Karaoke. E credo di non avere più parole per loro.
sabato 19 settembre 2009
Il Circolo, Il Pop Idol e nuove declinazioni pop!
venerdì 11 settembre 2009
We have a dream: stasera!
giovedì 10 settembre 2009
Il mio nuovo Mito.
La corsa all'ultimo capo di moda, all'ultimo modello di cellulare, la necessità di sapere sempre tutto di tutti. Rubare il ragazzo a un amico. Insomma siamo solo ed esclusivamente questo? Un'involucro che va riempito con sesso, moda e gossip? Io non posso credere che sia solo questo. Poi ci lamentiamo che ci menano, ci discriminano e ci lanciano le bombe. Ma può essere che tutto alla fine deve per forza girare intorno al sesso. Bè nostro malgrado la risposta è si. E che non me ne voglia troppo Daniela La Puledra. Lei è comunque una che la sa lunga. Spero solo di ritrovare lo spirito adatto. Per ora mi affido a due care vecchie amiche. Si chiamano Prosecco e Movenze Pop. Anzi. Dannatamente!
lunedì 7 settembre 2009
La Posta del Cuore!
Nuova rubrica che mi è venuta in mente questa estate! Finalmente sul mio blog uno spazio tutto dedicato a voi che assiduamente mi leggete. Volete avere dei consigli sulla vostra storia d'amore? Volete sapere tutto sui dubbi sul sesso che affliggono la vostra coppia? Volete semplicemente sparlare di qualcuno con me? Avete bisogno di una stalker che sgami il vostro boy fare qualcosa che non va?
Ebbene, arriva la Posta del Cuore, il nuovo spazio tutto dedicato a voi lettori de Il Pisello Odoroso. Basta mandare una mail a annabbronstein@aol.com oppure mandarmi un messaggio privato su il mio faccialibro con oggetto Posta del Cuore. Che dire di più, scrivetemi numerosi e non dimenticate di fare nomi e cognomi! Prossimamente sul blog più chiacchierato della capitale! Stay tuned!
AB
domenica 6 settembre 2009
Un venerdì etero. Lontano da Roma.
Vi siete domandati per caso se io ero qui questo venerdì. Non credo. Anyway, la risposta è no. Io non c'ero. Non ero lì con la mia candelina in mano per le strade di Roma. Io venerdì pomeriggio, dopo una mattinata di duro lavoro sono dovuto partire per andare in Abruzzo, perchè la mia amica, la migliore, avrebbe festeggiato i suoi trent'anni. E i trenta sono un traguardo ai quali io non potevo mancare. Il viaggio, ha cominciato ad assomigliare a quello della speranza. Uscito di casa alle 15 sono arrivato a Tiburtina circa 38 minuti dopo, dove ho veramente preso considerazione del fatto che noi esseri umani siamo formati dal 75% di acqua, visto che quasi tutta questa percentuale era visibile sulla mia maglietta. Vabbè. Mi sono fatto coraggio, e con molta vaghezza ho raggiunto lo sportello per prendere il biglietto per l'autobus che di li a poco sarebbe partito. Senza di me, ovviamente. Tutto pieno.
Indeciso se suicidarmi oppure prenderla in maniera positiva. Bè ho deciso di prenderla in maniera positiva e abbuffarmi. Un'ottimo cornetto al cioccolato (era da tempo che non ne mangiavo uno, e sono straordinariamente morbidi!), una pizza gigante, Vanity Fair e qualcosa come sette sigarette, per un'attesa di circa 105 minuti. Sotto il sole a ben 78° C. Ottimo, no? Ma la mia attenzione ad un certo momento è stata completamente devastata dalla visione di Lui. Lui è un uomo sui trentacinque anni, moro ma un pò brizzolato, abbronzato tanto, camicia a righine blu e pantalone classico. E delle mani pazzesche. Grandi, belle e con le unghie perfette. Ecco è per un'uomo del genere che io potrei davvero appendere il sesso al chiodo. Mi sono fermato a fissarlo per tipo dieci minuti. E poi mi sono immaginato me guardato da lui. Sudato, con macchie di sudore gigantesche su tutta la maglietta, i capelli da lesbica senza un senso e un colorito bianco cadavere da far accapponare la pelle.
Ma poi mi sono ricordato. Io sono Annabelle Bronstein, e ne volevo avere bendonde da lui! Mi sono avvicinato, con molta vaghezza e gli ho chiesto: "Mi scusi mi sa dire a che ora parte questo autobus, e dove va?". Giuro la prima cosa che mi è venuta in mente. Lui mi ha guardato. Disorientato: "Guardi cè scritto: Vasto. E parte alle 17.30, non era molto difficile, no?". Ma checcazzodistronzo. Vabbè, effettivamente potevo chiedergli qualcos'altro. "Ah si ha ragione, grazie tante per l'informazione!". E mi sono girato. Bè, anche la sua voce non è niente male. Bonissimo. E poi mi chiedo, come mai non ha neanche una micro macchia di sudore. Ma solo io? Ba. Comunque salgo sul mio autobus, finalmente, e non lo perdo d'occhio. Lo vedo cacciare un libro, e seguire con lo sguardo una bora devastante. E' etero. Bene. Non avevo bisogno della prova del nove. Naturalmente l'avevo già capito.
Archiviato ufficialmente il mio amore per Lui, perchè sostanzialmente non ammetto gli amori a distanza, arrivo a casa tardissimo, giusto in tempo per fare una doccia ed andare al compleanno. La serata scorre veloce, con alcool e molta pizza. Ma quando alle Paillotes scatta l'ora della discoteca, arriva il panico. Questa mandria di boni devastanti etero e tutti ubriachi entra e raggiunge la zona disco. Io con il mal di piedi capisco che non è il caso di stare lì, ancora per molto, e tra il mal di schiena e gli ormoni fuori di testa decido di chiamare Guy. Mi racconta della fiaccolata, della gente, della marea di gente, della protesta silenziosa e per la prima volta con un senso. Maledico di non essere lì, ma il 4 settembre per me il mondo si ferma. E sono solo di Giulia. L'entusiasmo di Guy mi coinvolge anche a 200 km di distanza e ne rimango pervaso nonostante la mia decadenza fisica. Quando incontro poi Francesco e Concita rimango stupito da me stesso. Forse è dal giorno della mia laurea che non li vedo, Fra ha abbandonato gli studi mentre Concita si è laureata e lavora. Alla domanda di Fra "Allora ti sei fidanzato? Sè donne a Roma come sò?" mi dico che è ora di cacciare le palle. "Veramente no. Non sono fidanzato, ma sono innamorato di un ragazzo. Che naturalmente non ha neanche la più vaga idea di chi io sia". Francesco non capisce. E sottolinea: "Una ragazza???". E io ancora più deciso "No Fra, un ragazzo, sono gay." Concita che sapeva tutta già dal secondo anno di università, mi abbraccia e sorride, e a mezza bocca si fa scappare un "Bravo", mentre lo stupore di Fra si manifesta con poche parole "Be'...dai...è lo stesso...Attento allora a Roma, co sti tempi!".
Io sorrido. Io e Francesco durante gli anni dell'università siamo stati molto amici. Ma io ho sempre glissato sul me stesso gay. Mi sento un peso in meno sullo stomaco e mi sento anche un pò più leale nei suoi confronti. Capisco di aver fatto la cosa giusta, e mi sento anche un pò più vicino a Roma, e a tutti quelli che sono scesi in piazza anche per me. Ma credo di non essere stato da meno. Proprio per niente!
giovedì 3 settembre 2009
Il senso di protesta per i gay
Nella giornata di oggi, qualsiasi commento sul fatto spiacevole di ieri sera è stato quasi da tutti i mezzi di comunicazioni riportato con l'intervista a Fabrizio Marazzo (presidente di Arcigay Roma) che parla dello sgomento, del panico e del terrore durante il lancio delle bombe carta. E ci sta. Lo stesso invita tutti a partecipare alla fiaccolata che sarebbe partita dalla Gay Street. Adesso, non è che io sia pazzo. O al massimo. Lo sono. Ma ci sento. Ma vabbè. In realtà la "fiaccolata", o "sit-in", "protesta", o quello che cazzo vi pare a voi a me non sembra esserci stato. No. Mi chiedo io come mai? Praticamente il tutto si è ridotto ad aspettare mezz'ora, a dare la parola a Vladimir Luxuria per dieci minuti e subito dopo far partire la solita musica tunz-tunz con dj già pronto e gente che era lì per ballare. Bello. Intelligente.
Quando accadono queste cose io penso immediatamente a quello che potrebbero dire i miei genitori se mi vedessero lì in quel momento. A parte, "maguardaquantèfrociotuofiglio", ma soprattutto si farebbero una domanda lecita, ovvero "Che senso ha?". Nulla. Niente. Nada. Nisba. io mi chiedo come mai ci facciamo rode il culo perchè non abbiamo diritti, ma solo doveri; perchè ci troviamo a dover rischiare la vita per essere noi stessi e quando finalmente ci sta l'occasione per manifestare il tutto viene archiviato e si va a finire a fare la sagra del frocio al Colosseo? Non ha molto senso, ve ne renderete conto anche da soli. E allora ripenso ancora di più al bagno mediatico che si è fatto Fabrizio Marazzo oggi per promuovere questa cazzo di protesta. Ragazzi è stato tutto inutile. E' tutto inutile andare in strada se poi lo si deve fare per due sculettate e quattro movenzedannatamentepop. Non è possibile. Ci lamentiamo delle offesse che ci vengono riportare e poi ci comportiamo in questo modo superficiale? Non ha senso. No, no, no. E più ci rifletto e più mi rendo conto che è così.
Trovo giustissimo e preciso il post di Spettegules, che dice le cose come stanno. E le condivido tutte in pieno. Ma come si fa a parlare di avere rispetto da chi non conosce il mondo gay, se poi quello che passa è che una protesta si riduce solo ed esclusivamente a sculettare su musica disco? Insomma io rimango allibito e sconvolto se questo è protestare per i gay. Ma non me la prendo con loro in toto. No. Ci sono le associazioni. Questa sera tutto è stato organizzato dall'Arci Gay Roma, DiGay Projoect e Circolo Mario Mieli. E che cosa hanno organizzato? La discoteca sotto le stelle? Questo è sbagliato. Profondamente sbagliato. Non ho mai creduto nelle associazioni gay. Mai. Sono associato all'Arci solo ed esclusivamente perchè a 19 anni per entrare nell'unica discoteca gay di Pescara (tra l'altro dall'orrore indiscutibile) l'accesso era consentito solo ai possessori di quella stramaledetta tessera Arci. E poi noi ci vogliamo lamentare? Finalmente c'era stato un pò di interesse, c'era la stampa, le tv e chi più ne ha ne metta, e la nostra protesta era discoteca all'aria aperta. Questo è stato. Una serata disgustosa. Una di quelle serate che ti incazzi e basta. Il senso ovviamente non cè stato. Noi gay però non siamo stupidi, in molti hanno lasciato la Gay Street quasi subito, appena si sono resi conto della solita baracconata.
In molti si sono trovati a discutere sul senso di manifestare in questo modo, e non eravamo solo io e i miei amici ha pensarla così. Spero che la prossima fiaccolata, quella delle NON associazioni, ovvero del gruppo spontaneo "I Have A Dream" che ci sarà domani sera a partire dalle 22 sempre da Via San Giovanni in Laterano abbia un pò più di dignità, e che sia soprattutto una vera e propria manifestazione per far comprendere che noi non ci stiamo, e che vogliamo essere tutelati e rispettati da chiunque!
mercoledì 2 settembre 2009
Due bombe carta nella gay street. Panico. Paura. Terrore.
martedì 1 settembre 2009
Finalmente settembre: Celebration!!!
E' da esattamente un mese che ce la stanno menando con questa nuovo fottutissimo singolo di Madonna. La canzone la sentiamo ovunque, tutti sembrano strapparsi i capelli e avanzare sul pezzo con movenzedannatamentepop, e questa mattina vedo il video, e mi rendo conto che la canzone che lo accompagna è una versione totalmente diversa da quella che io ho ascoltato fino ad oggi. E mi chiedo, ripetutamente quasi a farmi sanguinare le tempie: MA CHE CAZZO DI SENSO HA? Nessuno. Sono due mesi che tra teaser e preview del cazzo ci fanno credere tutta un'altra cosa di quella che poi è. Mah. Ed è inevitabile a questo punto prendere spunto per scrivere. Visto che è anche un bel pò che non lo faccio.
Oggi è così che vanno le cose. Quelli che credevi essere tuoi amici, in realtà sono diventati in maniera subdola i cattivi. E i cattivi, si sà fanno cose cattive. Ma la cattiveria fine a se stessa a volte rischia solo per ritorcesi contro a chi la fa. E per fortuna che le cose vanno anche così, a volte. Non è il caso di Celebration però. Assolutamente. Oppure credi che andare in giro per Roma tranquillo per la tua strada sia sicuro. Bè è sbagliato. Sembra tranquillo, ma non lo è. Fuori dal Gay Village per un'effusione dettata dalla passione, ti ritrovi quasi morto in un letto di ospedale. E questo perchè un tale che si fa chiamare svastichella, a suo dire, doveva tutelare un ragazzino che a quell'ora se ne doveva stare nel suo letto a dormirne di bendonde. Ma forse tutta quella cattiveria inaudita gli si ritorcerà contro, prima o poi. Serviva un quasi morto per vedere polizia e carabinieri lì fuori a vigilare. Ma tutto è diverso da come appare in realtà. Basta entrarci in quel Village e vedere una marea di coatti etero che corrono appresso alla qualunque creatura dal femmineo aspetto per averne anche loro di bendonde. Per poi essere ripresi da bonissimi buttafuori che li reguardiscono dicendo "Questo è il gay village, e qua nun se pò fa così...pecchè se te vedo te prendo e te butto fori!". Bene. Esulto per la prima volta, ci doveva scappare un quasi morto per arrivare a ciò, ma a me viene in mente solo secondo quale cazzo di motivo il coatto etero lo fai entrare. Perchè? Non permettergli di entrare se poi lo devi mettere al posto suo, o addiruttura buttare fuori. Le solite contraddizioni.
Solite contraddizioni senza ragione. Come le contraddizioni sono quelle che affliggono la testolina di un tale presidente di Arci Gay Roma che non sa na ceppa di una manifestazione, ma a mezzo stampa se ne autoproclama addirittura ispiratore. Mmmmmm. Allora no, non cè davvero nulla di sano. Probabilmente non serve assolvere a tutti gli obblighi di un comune essere umano. Tanto poi se sei gay rischi che t'abbottano gli occhi. Mi chiedo anche che senso abbia pagare una tessere associativa all'Arci Gay. Nulla, uguale. Siamo solo dei numeri. Noi gay siamo dei numeri per il Gay Village, per le forze dell'ordine, per Fabrizio Marrazzo e per chiunque sia coinvolto in qualche modo nel mondo gay. Il punto è questo. E c'è ben poco da aggiungere. Se alla base non cè un concetto solido di uguaglianza e rispetto tra quelli che dovrebbero rappresentarci in qualche maniera (anche se io non mi sento proprio rappresentato da queste persone), come si potrà mai arrivare ad avere rispetto da tutti gli altri. Le chiacchiere stanno a zero, sono i fatti che contano.
Un fatto è che ogni venerdì una manifestazione spontanea partirà dalle 21 da via San Giovanni in Laterano al Campidoglio, con il nomignolo di "We Have A Dream". Con fiaccole, e bandiere arcobaleno. Senza altri colori nè messaggi. Questa roba qui sta per espressione di un diritto. Un diritto alla libertà. Di fare quello che si vuole. E sarebbe anche ora che qualcuno cominciasse a rendersi conto che i gay ci sono. E ne sono tanti. E non sono per niente integrati come quella cogliona di una ministra ci vuole far credere.
La verità sta nelle parole di Ciù Ciù quando dice che tocca fà qualcosa di serio per smuovere le acque. Nelle parole di Guy, quando dice che lui è coerente e non può fingere davanti alla falsità degli altri. La verità sta nella grandezza di Sushi che in maniera matura affronta le situazioni difficili e riesce a gestirle, beato lui. La verità sta nelle parole del Signor Wilson, che vuole solo il meglio per i suoi amici. E lo dimostra anche con i fatti. La verità sta nelle parole di Ga, che non si fa incantare dell'esteriorità. La verità sta anche nelle parole della Du Barry, che ne farà di bendondesempreecomunque, ma almeno non perde fiducia nell'amore. I gay sono anche questo. Non solo fili di perle, boa e muccassassina. No. Sono ragazzi e ragazze che si svegliano la mattina presto e vanno al lavoro o all'università per degli scopi. E che hanno voglia di innamorarsi e far innamorare. E di contare qualcosa. E di essere loro se stessi. E scusate se riapro con un post così polemico, ma è questo quello che mi viene in mente. Non si può avere paura di essere se stessi, e non dovremmo. E Annabelle Bronstein è anche questo, una che non te le manda a dire. Anzi, te le canta. Ovviamente con movenze dannatamente pop. E state attenti, perchè Annabelle nonostante tutto, è tornata!