Questa mattina, alle 8 ero già in giro che cercavo di dare un senso alla mia vita. Lo so, idee malsane alle 8 del mattino. Ma se non ci penso io, qualcuno dovrà pur farlo, no. Per questo bardata come Madonna in American Life, un po’ squinzia e un po’ militare mi sono diretto verso le poste, per prelevare l’affitto, mettere qualche soldo da parte e capire in maniera reale il mio credito residuo. Mentre andavo, svolazzante e scoppiettante con del pop nelle orecchie ho scelto di passare per la via parallela alla via di casa mia. Adesso, non che ce ne fosse motivo. L’unico motivo valido è Mario, topolaus che abita proprio lì, con il quale mi sento da un po’. E con il quale è in ballottaggio un caffè da troppo tempo per i miei gusti. Volevo solo vedere se per caso lo beccavo.
Ok, volevo fare dello stalking bello e buono. Ok? Va bene così? Bene, ottimo. Non ricordo chi mi ha detto che il dramma è sempre dietro l’angolo. Ma anche questa mattina, da un angolo, un piccolo pertugio ecco sbucare Mario, e sorpresa delle sorprese una mia scopata di qualche tempo fa. Ovviamente appena ho capito la gravità della situazione ho cercato una via di fuga, che ahimè non c’era. Per cui, ho deciso a testa alta di fare come al mio solito. Ovvero di fare il vago. Ma quella mia scopata mi si ricordava benissimo e appena catturato il mio sguardo non ha perso tempo per salutarmi. Come si deve. “Ma buongiorrrnnnoooooo…. E tu che ci fai da queste parti???”. Sai adoro passeggiare all’alba in giro per Roma.
Macchè. IdrivemyminicooperandIfeelasuperdrooper. No, neanche. Idiota che vuoi che ci faccia qui. “Ciao…Vado alle Poste, sai non riuscivo a dormire, allora ho deciso di rendere produttiva la mattinata” mi sento rispondere con una certa sicurezza. Leggo l’improvvisa voglia di fuga di Mario il mio dirimpettaio. Ma sono una stronza, che veste alla militare, e struppo l’inaspettato duo: “E tu? Così mattiniero già da queste parti, ma non abitavi a San Pietro?”. Lo so, è ingiusto, ma quel posto nel suo letto sarà mio, e non tuo. “Ma noooo, e chi cambia casa. No, sono rimasto ospite per la notte da questo mio amico Mario, ed ora di corsa al lavoro!”. Mi sorride truffaldino. Bella guarda che questi palloni li facevo volare già a 12 anni, io.
Per cui, ferito nell’orgoglio ho deciso di fargli capire che nonostante fosse ancora l’alba io stavo già marcando il mio territorio. “Ah, Mario… Ma sbaglio o io e te ci siamo sentiti? Tu non sei quello del caffè del 30 dicembre?”. Memoria fotografica, penso. Ma la guerra è guerra. Mario annuisce. Sorride ed esclama: “Si, sai vari impicci con il lavoro. Però ci si può organizzare tranquillamente per i prossimi giorni”. Le campane suonano a festa, la movenza pop mi pervade riempiendo i fianchi e il ghigno si palesa malefico e soddisfatto. Ne ho fatta un’altra delle mie. Con un ottimo risultato direi. E lei, che era rimasta da un amico rimane con l’amaro in bocca, e il muso a terra. Sfigata e orrenda che non è altro.
Si inacidisce di colpo e taglia la conversazione accusando un’innaturale e poco veritiero ritardo. Ma la comprendo, la sconfitta brucia. Taglio a corto pure io e mi congedo, soddisfatto e sculettante verso le poste stranamente vuote di primo mattino. Tornato a casa ritrovo il sonno perduto e mi sento troppo soddisfatto per il mio operato.
Nel tardo pomeriggio raggiungo Guy in centro. Non ci vediamo da una vita, lui è stato male ed io impicciato con il lavoro. Decidiamo di passeggiare e snoccioliamo le ultime, parlando ovviamente male per la Du Barry. Decidiamo di mangiare una cosa insieme, e decidiamo di andare verso Via Cavour, per cui chiamo anche Ciù Ciù.
Ciù Ciù per cena non ce la fa a raggiungerci, per cui lo recuperiamo dopo. Prendiamo un calzone io e della pizza lui, nonostante non fosse molto presentabile all’occhio. E infatti fa tutto abbastanza schifo. Ma tantè. Affrontato il discorso cosaregaliamoallaDuBarryperilsuocompleanno, decido che è il caso che mi spieghi con chi si vedrà alle 22. Si, perché Guy ha ripreso il suo passatempo preferito. Ovvero uscire. Lui fa un solo appuntamento e poi scaga il tipo. Fa sempre così. Sempre. E la sostanziale differenza con me è che lui fa i primi appuntamenti, mentre io ci scopo direttamente. Questa sera vede un ragazzo sardo, e dice di lui che è molto carino. Io spero che sia sufficientemente alto. Lo so, sono una vera stronza.
Comunque, raggiungiamo finalmente Ciù Ciù e per riprenderci da quel catorcio di pizza riponiamo le nostre speranze in un caffè. Mentre raggiungiamo il bar più vicino e ci lasciamo allo scheccamento gratuito perché Ciù Ciù ci dice che ha un secondo appuntamento, incappiamo in suo padre. Immediatamente la Carrà, la Cuccarini e la Parisi che sono in noi decedono in un nano secondo. Diventiamo credibili come Britney Spears a un suo concerto live e salutiamo l’Augusto padre. Che gran figura di merda. Ci congediamo con rispetto e riprendiamo i nostri discorsi dannatamente pop. Scopriamo che Ciù Ciù trova molto interessante il tipo che staserà vedrà di nuovo, e non si aspettava che sarebbero andati oltre il primo incontro.
Guy è sempre al primo. E probabilmente lui sarà sempre al primo. Io invece non faccio appuntamenti. In compenso so fare cose migliori a letto. Ma questo a volte, non è così importante come molti di voi pensano. Conveniamo infatti che l’aspetto fisico non è tutto. E santo cielo, non deve affatto essere basato tutto su quello. Bisogna riuscire ad andare oltre. Io però finisco che penso di poter andare oltre solo ed esclusivamente con chi è molto oggettivamente interessante. Con tutti gli altri invece risulto eccessivamente poco spiritoso e vengo bollato come acidello. Ma giuro, non è così. E’ che se non sento un movimento che mi parte dalla vita e raggiunge il cervello io non riesco davvero a considerare interessante nessuno. Roba di sinapsi e centri nervosi suppongo.

E Ciù Ciù ne è convinto cecamente. Io ancora meno. Anzi lui lo trova proprio niente male. E anche io lo penso. E poi lo trova carino. E questo a volte può andare più che bene. Il loro primo appuntamento è avvenuto durante la manifestazione per Francesco & Manuel, la coppia che sta facendo lo sciopero della fame per vedersi riconosciuto il diritto a sposarsi. Io lo trovo molto romantico. E anche molto da Ciù Ciù. Non mi ero ancora espresso su questo argomento. Io trovo che i due in questione abbiano avuto una vita non facile e forse meriterebbero un gesto da chi ci governa. Dal 4 gennaio fanno si nutrono di cappuccini e succhi di frutta, e la fiaccolata di due sere fa, ha finalmente smosso qualcosa. Per lo meno la stampa si sta iniziando a muovere.
Noi tutti secondo me dobbiamo essere interessati. E anche se non c’è stata grande partecipazione dobbiamo metterci in testa che prima o poi anche noi potremmo sentire la necessità di vedere riconosciuto il nostro amore. Oddio non parlo di me. In definitiva, sono vicino ai due. Ma io, per quel che mi riguarda, mi sa che se continua così altro che matrimonio. Zitello a vita. Tra l’altro in un Paese come il nostro, dove chi comanda (e parlo di quel “papi” lì) fa quello che gli pare, penso che anche noi gay potremmo cominciare a fare un po’ come ci pare. Che pensate che non li troviamo un paio di preti che ci sposino? Secondo me si. Anzi, io ne conosco pure qualcuno che proprio non si tirerebbe indietro a celebrare un matrimonio gaio.
Ma se le vie del Signore sono infinite quelle mie, di Ciù Ciù e Guy sono presto arrivate a un bivio. Loro due verso i loro appuntamenti, io verso casa. Pronto a raccontarvi una giornata pregna di simpatiche emozioni. Laddove emozioni sta per figure di merda. Ma meglio così. Anche se avrei dovuto narrarvi di Quello Che Non Cambierebbe Mai Una Psp Per Una Ds, ma ovviamente anche questo post si è esaurito e domani mi aspetta una giornataccia. Per cui…vi rimando al prossimo. Che giuro. Sarà tutto dedicato a lui.