Come dire… A volte la vita è davvero molto strana.
Anche se il sottotitolo per questo post potrebbe essere tranquillamente “il
dramma è sempre dietro l’angolo”. Ma essendo una costante della mia esistenza,
sinceramente rischio che di sto passo ogni post si chiami così. E invece no. Perché
questa volta sono rimasto davvero molto basito. Diciamo che negli ultimi sette –
otto mesi, visto che non sono andato oltre una pomiciata con la qualsivoglia in
realtà ho intrattenuto un intenso scambio di messaggi con un tipo. Architetto,
trentenne, castano, occhio azzurro. Insomma un bel tipo.
In principio le nostre conversazioni erano molto
vaghe, ovvero parlavamo di quello che ci succedeva il giorno prima, dei nostri
interessi vari, amici e via discorrendo. Conversazioni anche piacevoli. Ma poi,
ad un certo punto, l’ormone si è insinuato tra di noi. Adesso, che sia chiaro,
sono sempre stato scettico ai rapporti che iniziano così. Un po’ per esperienze
passate che non hanno portato nulla di buono, anzi. Un po’ perché io sarò
antico, ma preferisco sempre il contatto fisico. Che sia anche uno sguardo, dal
vivo, ha tutto un altro peso. Non nascondiamoci.
E proprio perché il mio presupposto è questo, per
otto mesi non ci siamo mai riusciti a vedere. Strano ma vero. Ma il giorno di
pasquetta, finalmente i tempi erano maturi. Ci siamo dati appuntamento alla
metro Garbatella, subito dopo aver passato la giornata con i nostri rispettivi
amici. Intorno alle 20 mi avrebbe aspettato lì, per poi andare a mangiare un
boccone insieme. E chissà che altro. “Aspettami vicino il ponte direzione
Ostiense”. Il suo ultimo messaggio. Ed io lì ero. Sotto la pioggia. Mentre
lentamente mi si fracicava un cm in più del mio corpo. E lui?
Lui non so davvero che fine abbia fatto. Dopo una
ventina di minuti, mentre pensavo a come potermi mettere in contatto con lui,
poco più avanti un rumoraccio mi distrae. Una botta violenta. Mi sono anche
spaventato perché ero sovrappensiero. Una macchina inchioda, e quella dietro
gli va contro senza rendersene conto. “Tutta colpa dei cellulari” penso tra me
e me. Ed evidentemente io avevo un problema simile, ma al contrario, poiché non
avevo il suo numero. Avevo solo il suo contatto su Planet Romeo. Che insomma,
la dice lunga.
Tornato ai miei pensieri, nonostante il trambusto
post incidente, mi chiedo come al solito quando organizzo queste robe a cosa
stracazzo penso. La prima cosa è chiedere un cellulare. E fare sempre una
telefonata anonima almeno un giorno prima per vedere se qualcuno rispondo.
Incazzato con me stesso in primis, e passati altri venti minuti, sento cocente
la vergogna di un bidone addosso. Penso che forse è imbottigliato nel traffico
e che sta arrivando. Poi penso che sono una sfigata orrenda, una poveraccia
delle peggiori, e che mi fumo un’ultima sigaretta e fuggo via.
Detto fatto. Mentre torno a casa gli avrò mandato
qualcosa come una trentina di messaggi. Messaggi ai quali nessuno mi ha mai
risposto. Cioè ci pensate ad otto mesi a mandarsi i messaggi tutti i giorni. A
qualsiasi cosa? Appena mi vedeva in linea mi mandava una faccina carina con una
frase super simpatica che mi faceva sorridere all’istante. La parola giusta al
momento giusto. Il buongiorno, la buona notte. Addirittura il messaggino con
foto annessa mentre si abbuffava di nutella alle tre di notte. Insomma oltre
che carino anche dolcissimo.
Tornato a casa mi sono arreso alla stanchezza, ed
anche a tutti i miei preconcetti su di lui. Dovevo ammetterlo a me stesso e
basta. L’ennesima, evitabile sola che potevo risparmiarmi. E si, ci sono
rimasto male. Tanto male. Intanto gli avevo mandato anche un messaggio, che mi
ero ripromesso essere l’ultimo: “Ti lascio il mio numero, così quando ritrovi le
palle, almeno puoi chiamarmi”. Mi viene da pensare che sono doppiamente sfigata
orrenda. Perché oltre al danno la beffa. Ovvero io che gli mando il mio numero
di telefono. Ma tanto.
DUE GIORNI DOPO
Rientro al lavoro. Un po’ triste ma almeno senza
più pesi. Ricontrollo Planet Romeo, e lui dal giorno di pasquetta non si è più
collegato. Scomparso. Disperso. Probabilmente sulla Colombo, chissà a fare che
e con chi soprattutto. Quando, il telefono squilla. “Hey, scusami, ho visto ora
tutti i tuoi messaggi. Volevo spiegarti cosa mi è successo. Ho tamponato una
macchina proprio davanti la metro. Ti stavo scrivendo un messaggio, ed il tipo
davanti a me si è fermato. Io ovviamente non l’ho visto in tempo. E niente ho
passato gli ultimi due giorni in ospedale con un trauma cervicale. Mi spiace,
ma mica ci sei rimasto male. Ovviamente dopo non ho avuto modo di avvertirti.
Mi spiace se sei rimasto male. Davvero…”
Ecco. Adesso posso scriverlo. Il dramma è sempre
dietro l’angolo. Sono una sfigata orrenda. E credetemi non ho davvero più le
forze per gestire la mia esistenza.
Vorrei dire tre cose:
RispondiElimina1) Un pochino sfigata lo sei, ma orrenda no. Anzi, sei bellissima.
2) Avrei messo la stessa identica canzone che hai messo tu.
3) La terza me la sono scordata.
XoXo
Fare il crocerossino??
RispondiEliminaQuesto è senza dubbio il colpo della strega stronza
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