Si dice sempre che nella vita non
bisogna arrendersi. Soprattutto quando si parla di conoscere qualcuno e di
relazioni. Soprattutto a Roma. Ma io dopo il primo disastroso appuntamento sono
riuscito a collezionarne un altro. Circa un mesetto fa mi sono visto con questo
trentasettenne rampante, bel fisico, toscano e davvero interessante. Commesso. L’appuntamento
era alle 21:30 davanti Cinecittà. Esattamente dalla parte opposto di dove abito
io. Ma hey, bisogna dare una chance all'amore non vi sembra?
Esco di casa alla 20:50, in
ritardo ovviamente rispetto ai miei programmi, ho evitato di cenare perché il
mio intestino mi fa sempre brutte sorprese, specialmente quando ho un date. Naturalmente
accade esattamente quello che temevo con tutte le mie forze, sbaglio l’incrocio
e invece che Cinecittà mi ritrovo ad Anagnina. Adesso, io mi chiedo, come
cavolo è possibile che quel tratto di strada sia fatto così male, che se non
stai attento ti ritrovi a Grottaferrata? Vabbè perdo altri dieci minuti ad
orientarmi. Finalmente arrivo a Cinecittà.
Dallo stereo parte “Ciao Realod”
ed io non posso esimermi dall'essere dannatamente pop per qualche minuto mentre
attendo Limone (denominato così perché già mi prefiguro almeno quaranta minuti passati a limonare). Limone si palesa a sorpresa, mentre sono lì ad
immaginarmi con Roberta Ruiu a fare un playback degno di nota, mi dice “Ciao”
affacciandosi nel finestrino ed io per la paura mi spengo la sigaretta sul
braccio. Moltobbene, iniziamo alla grandissima. Scendo dalla macchina e ci
salutiamo con un caloroso bacio, sulla guancia, “Quanto tempo!” dice lui dandomi due bacetti
sulla guancia.
Io annuisco, ma in realtà era lui
che non ha mai potuto prima. Dopo diversi messaggi su Romeo siamo passati a
What’sApp ed eccoci finalmente qui. Bè non è niente male. Se non che me lo
aspettavo leggermente più alto. Mi ha detto di essere alto 187 cm , ma è più basso di
me, che ne sono 184! Poco male. E’ molto carino, ha un bel fisico tonico, con
una leggera pancetta. Leggerissima, quasi arrapante. Ma siamo nel bel mezzo
della Tuscolana, meglio raffreddare i bollenti spiriti. Limone mi propone un’entusiasmante
passeggiata. Troviamo un parcheggio alla Bronstein Mobile e iniziamo
a fare chiacchiere. Limone mi dice di avere trentasette anni, di essersi
trasferito a Roma perché voleva diventare attore, ma di averlo fatto
relativamente tardi. E di aver ripiegato su una carriera da commesso.
Mi racconta della vita dura,
della necessità di doversi accontentare di fare il commesso, di essersi stufato
ben presto di questa vita che non ti da nulla se non conosci pezzi grossi o se non gli lecchi il culo. Di aver appeso la passione per la recitazione al muro quando si
è reso conto che il mondo dello spettacolo con le sue dure e spietate regole
non lo voleva. Anzi, lo stressava. Lo faceva stare male e non ne poteva più. Per
risparmiare ha cambiato zona, preso casa alla Romanina dove ha trovato un lavoro
come commesso. Ma anche il mondo dei commessi è un mondo corrotto e pieno di
gente falsa. Che ne sappiamo noi. Dove addirittura doveva sgomitare per il suo posto al sole.
Insomma miei cari, ero lì con una
commozione reale e percettibile, gli occhi umidi, la voglia di buttarmi sotto
la prima macchina in corsa e la necessità devastante di urlare la mia
disperazione a tutta la Tuscolana. Che
cazzo di tristezza. Quando poi siamo venuti a capo che anche io ho fatto
teatro, e lui ha anche visto due spettacoli dove ho recitato siamo arrivati
alla frutta. I complimenti si sono sprecati, e vabbè, li posso comprendere, ma
uno stato di profonda amarezza si è insinuato in lui che addirittura mi
invidiava perché io c’ero riuscito. Ussignur. E che avrò fatto mai. Dentro di
me avevo solo la voglia di limonare. Ve lo rammento.
Come vorrei rammentarvi di votare
il Signor Ponza nella categoria Miglior Rivelazione ai Mia2013 ( gli award dei
blog per intenderci) cliccando su questo link. Ci vogliono cinque
minuti al massimo. Bene, torniamo a Limone. Dopo il momento promozione, Limone
era lì con la sua storia strappalacrime. Io avevo in realtà voglia di
strapparmi i peli pubici e soffrire, perché si, anche questo appuntamento stava
per essere ricordato come un IstantFail devastante. Invece di urlare la mia
pienezza a tutti i coatti della Tuscolana ho deciso di tagliare lì il discorso,
e trovare un modo molto più congeniale di riempirmi la bocca.
“Ti va un gelato?” mi è uscito
dalla bocca. Io non ho saputo resistere alla mia richiesta, tanto più che non
avevo cenato, e nonostante la carne sia tanta (eh bè!) e sicuramente debole. Per
questo in men che non si dica eravamo li a scegliere i nostri gusti. Nutellone,
Pistacchio (ottimo!) e Crema per me. Panna e cialdina. Il gelato mi ha ridato un po’ di
gioia di vivere, e una latente e sempre presente necessità di limonare duro. Soltanto in me. Perché Limone ha riattaccato a lamentarsi, questa volta
di Roma, di quanto è grande, di quanto sia difficile non avere amici. Di quanto
sia brutto che l’unico amico che ha vive dall'altra parte della città. Delle superficialità. Di faccialibro. Della voglia di una storia d’amore e le farfalle nello stomaco.
Insomma. Limone, BASTA. Preso da
un momento di sfinimento cerebrale volevo strillargli che mi aveva rotto il cazzo. Che una persona addirittura più pesante di me non l’avevo mai conosciuta, e lui mi
aveva superato totalmente. Ma prima di farlo. Il Dramma. Perché non solo è
sempre dietro l’angolo. Ma i drammi a quanto pare non vengono mai soli. Un improvviso
e ingestibile attacco di colite. Devastante. Il Nutellone deve aver fatto il
suo corso e destabilizzato il mio precario equilibrio intestinale. Insomma non
solo un disastroso appuntamento, ma adesso mi stavo anche squirtando addosso. Ecco
quindi il fugone.
“Mamma mia si è fatta una certa,
credo sia il caso di andare, domani devo svegliarmi presto!” dico con molta
fermezza. Saluti di rito, e poi la parte più divertenti degli appuntamenti come
questi, “Bè dai ci risentiamo, tanto dove scappi?” mi dice lui serissimo. Eh,
per ora, scappo al bagno diretto, ma credo che non ci sentiremo più mio caro
Limone. Perché a te più che un fidanzato ti serve qualcuno con cui parlare. Eh
si. Recuperata la Bronstein Mobile
in venti minuti sono ritornato a casa. E la cosa più divertente è che Limone io
non lo più sentito per davvero. E per fortuna che non gli dovevo scappare. (#credeghe)
Esperimento numero 2: FALLITO.
Cinecittà state of mind!
RispondiEliminaMi raccomando Annabelle, appuntamenti solo entro la cinta muraria.
Oramai credo di aver battuto tutta Roma con i miei date. Forse è il caso di farla finita!!!!
EliminaMa infatti troppo lontano! Dalla tua nuova maison di Holy-mount ti consiglio di spostarti solo verso porta di Roma, Tiburtina, quartiere africano e Parioli sud E STOP
RispondiEliminaSicuramente mi rigeolocalizzerò appena termino il trasloco, ma ho la vaga sensazione che tu non sia proprio anonimo!!! Anzi ;)
RispondiEliminaMamma mia questi che sembra non abbiano mai parlato con nessuno nell'ultimo lustro sono i peggiori.
RispondiEliminaRicordo un catalano 34enne appena tornato da un periodo di lavoro a Roma, che aveva merda da spalare su tutta roma e su tutti gli italiani. Doveva essere una telefonata rapida per poi conoscersi e si è trasformato in un'arringa-fiume su quanto siamo corrotti, odiosi e inaffidabili.
E per non disilluderlo, a fine chiamata gli ho ovviamente detto che ci saremmo visti presto ma sono SPARITO. Puff. Piú rapido di una mazzetta nelle tasche di un palazzinaro.
Ora che ci penso, magari ne parleró nel mio mini-blog che sto iniziando (sto seguendo le tue orme, ma mooolto piú in piccolo, saró sempre un tuo umilerrimo ammiratore!)
ma proprio un limone ti serviva!!!
RispondiEliminaCara Annabelle,
RispondiEliminavolevo innanzitutto farti i complimenti per la nonchalance con cui hai inserito la promozione dei MIA13 nel post <3
E poi volevo anche dirti che potevi risolvere tutti i tuoi problemi ordinando un bel gelato al limone.