Qualche
sera fa ero in quel di San Lorenzo con gli amici per un aperitivo. Il classico
aperitivo dove si sparla degli assenti, di cazzi di ogni tipo e di sesso.
Evidentemente ignaro della piega che avrebbe poi preso la mia serata. In un
momento di pausa tra le solite chiacchiere, ho acceso Grindr (as usual) per
fare un piccolo atto di stalking. Ovviamente non andato a buon fine, e mai lo
avessi fatto, perché mi sono irrimediabilmente imbattuto in una conversazione.
Mi
scrive questo trentacinquenne, alto più di 190 cm, leggera pancetta e barbetta.
Fatte le solite introduzioni del caso, mi chiede quali fossero i miei programmi
per la serata. Gli spiego che ero con le mie amiche a fare l’aperitivo, ma che
visto che non ci stava soddisfacendo, probabilmente di li a poco mi sarei
liberato. Ancora prima del previsto in realtà è arrivata la pioggia a guastare
il mood. Detto fatto. Riprendo la macchina e mi dirigo verso piazza Vittorio
sotto casa del tipo. Sale in macchina e decidiamo di cercare parcheggio.
Saliamo
da lui, e in ascensore ha il tempo di raccontarmi che è architetto, ed è
disoccupato. Roma, un luogo affollato di architetti, che non lavorano. Per il
momento va avanti lavoricchiando come può e continua a fare corsi. E’ molto
spigliato e simpatico. Entriamo in casa e mi presenta al suo coinquilino.
Dettaglio necessario e fondamentale: il dramma è sempre dietro l’angolo. “Ma
noi già ci conosciamo, aspetta tu sei il coinquilino di Miss Dior!”. Mi sento
dire da il suo coinquilino. E si, sono proprio io. Ma Miss Dior oramai è il mio
ex coinquilino.
Sorrido
q.b. (quanto basta). In fondo questo tizio mi ha fatto fare la pipì nello
stesso bagno in cui l’ha fatta Victoria Beckham. Gli sarò riconoscente per
sempre a prescindere. “Il mondo è piccolo. A Roma ancor di più”. Sottolinea
l’Architetto. Leggo dell’astio nella sua uscita, ma lo ignoro. In fondo io ho
solo voglia di scartare il pacco e trovare la sorpresa. E se quel pantalone non
mente, la sorpresa c’è. Ed è enorme. Intanto però c’è la conversiamo come due sciure
la domenica mattina a fare il brunch.
E
le conversazioni diventano oceaniche. Parliamo di lavoro, amore, da ciò che ci
si aspetta dall’amore, da quanto si abbia voglia di innamorarsi ma da quanto
poi la realtà riesca a rendere tutto grigio. Da quanto Grindr sia diventato un
mezzo detestabile nella vita di ogni omosessuale. Di quanto si ha voglia di
abbracci, baci e carezze. Uh, è pronto il caffè; dimenticavo che l’Architetto
lo aveva messo su mentre facevamo i dovuti saluti al suo coinquilino.
Insomma,
se avessi avuto una parrucca fucsia in testa, probabilmente già sarebbe andata
a fuoco per la gioia di vivere del momento. Il mio neurone chiedeva pietà,
mentre lui, finalmente, appoggiava le tazzine del caffè sul suo tavolino Lack e
si preparava a zuccherare. Dopo il caffè abbiamo parlato delle nostre origini.
Della famiglia, e dei luoghi in cui siamo nati e cresciuti. Una puntata
de “La Domenica del Villaggio” con Davide Mengacci. Sono certo che Eva, la mia
vicina di casa in Abruzzo sarebbe stata interessatissima.
Proprio
mentre pensavo di aver perso totalmente il mio sex-appeal ecco che l’incantesimo
si è esaudito e ci siamo ritrovati a farne di ben donde. Adesso, non vorrei
entrare nei dettagli, ma devo assolutamente per ovvi motivi di cronaca. Ci
siamo dedicati per almeno una quarantina di minuti a dei limoni devastanti che
l’uomo del Monte sta ancora a piangere in un angolo. Fino a che, ho scartato
quel pacco di cui sopra, ma che sorprendentemente mi ha lasciato un po’ di
amaro in bocca. Non ne la maniera che tutti state pensando.
Il
suo era un pisello non scappellato. Insomma aveva la sciarpa. Era coperto. Mata
Hari. Ed io non avevo le forze. Nonostante fosse enorme era imbambuccato e già pronto per la prima neve. Questo escludeva ogni possibilità di penetrazione,
perché ecco, lui aveva molta sensibilità e per giunta dolore. Per cui mettendo
il preservativo era ancora peggio. Questo non me lo ha detto, ovviamente, ma me
lo ha fatto capire perché il preservativo non l’ha preso. Moltobbene, penso,
ecco un’altra sola.
Ignoravo,
come al mio solito che il dramma è sempre dietro l’angolo, (e so due), e che
non c’è mai fine alla fantasia umana. O al peggio, fate un po’ voi. Da adesso
in poi questo post diventa inesorabilmente assurdo e imprevedibile.
Preparatevi. Lui mi propone una sua fantasia, ovvero mi chiede se può darci di
lingua. Rimming. Evviva penso. Mentre comincia però, ha una richiesta. “Ti
andrebbe di fare come Miley Cyrus?”. Una coreografia dannatamente pop, penso tra
me e me. Lo guardo e chiedo “In che senso?”.
Mai
fare domande simili a richieste strane. Mai. Segnatevelo per il futuro. “Dai
fai twerking, mentre facciamo rimming”, mi dice ansimante. Ricapitoliamo: sono
in piedi su un letto a novanta mentre un tizio mi lecca ed io dovrei twerkare
con le chiappe, come se non ci fosse un domani. Sorrido, anche se mi verrebbe
voglia di urlare, e penso a mia madre e alla faccia che farebbe se solo mi
vedesse. Io non sono ovviamente capace di twerkare, e nonostante abbia un culo
che fa provincia (perché la carne è tanta oltre che debole) sapevo che il
risultato finale sarebbe stato osceno.
Almeno
potevo provarci. E così ho fatto. Naturalmente il risultato è stato pressoché
imbarazzante. Non ero capace, e quel movimento che mi usciva fuori era di un
orrore devastante. Mi sono anche guardato intorno, casomai avesse mai messo una
telecamera nascosta, non si è mai sicuri di niente a questo mondo. Intanto che twerkavo, e lo spettacolo era orrendo, per cui per mantenere un livello ottimale
di sensualità era pressoché impossibile, ho iniziato ad ansimare, ma con moderazione. E a bassa voce,
soprattutto. In realtà mi iniziava a fare male le schiena, e le ginocchia
facevano fatica a reggere.
Ma
come sopra (il dramma è sempre dietro l’angolo NdA,) succede
l’impensabile e l’impossibile allo stesso tempo. Mi viene un mega crampo al
polpaccio destro. Sento il muscolo torcersi ed arricciarsi su stesso, ed un
conseguente dolore devastante. Il piede sul bordo del letto, perde il controllo
ed inizio a barcollare. Faccio una sorta di movenza pop per ritrovare
l’equilibrio perduto, ma è tutto inutile, il dolore è talmente tanto che cado
su me stesso per terra, e la mia corsa viene interrotta dal tavolino Lack. Lo
urto violentemente, e un dramma, ancora più dramma, si consuma sotto gli occhi
dei presenti.
La
caffettiera che era sul tavolino con dentro una parte di caffè
avanzato, finisce inesorabilmente sulla mia faccia. Passano alcuni
secondi in cui mi sento Steve Urkel, e mi viene da dire “Sono stato io a fare
questo???”. Ma non lo dico, il mio architetto si rialza, mi raggiunge e mi tira la
gamba, anche se il crampo è passato. Io decido di chiudermi in un silenzio
agghiacciante. Mi rivesto e me ne vado. Mentre torno in macchina impazza il
diluvio e inizio a pensare che Grindr deve morire Asap. ASAP.