domenica 14 febbraio 2010

Valentino must die




L’unico San Valentino che io abbia mai festeggiato è quello di qualche anni fa. Tipo una decina. A cena c’era tutto. C’erano i fiori, il peluche e i cioccolatini. Sono passato a prenderla e ci siamo visti con un’altra coppia per andare a cena. Poi a casa di un amico a vedere un film. Ovviamente sapevo di essere una checca. E probabilmente lo sapevano anche tutti gli altri. Tra me e la mia compagna di quella sera non c’era amore. Amicizia si. E tanta. Che dura tutt’ora. Ma quello che mi rimane in testa, e la felicità che abbiamo provato tutti quella sera. La tranquillità. Gli sguardi complici, e sorridenti. Sarò banale, ma per me quello è il tipico San Valentino. Con quello spirito. Con quel mood. Con tutte quelle accortezze e carinerie.


Il tempo è passato. Io mi sono emancipato, e San Valentino oggi è diventato quello che tutti conosciamo, per lo più una festa dove bisogna dar via gadget di ogni tipo e vendere il prodotto San Valentino anche nei ristoranti e nelle discoteche e via discorrendo. Io sono triste. Questo periodo dell’anno divento immediatamente triste. Ogni anno, con l’arrivo di questo giorno io mi spengo. Mi deprimo. Penso. Rimugino su pensieri e parole. Le peso e soppeso. Sto attento. Perché nel sottile gioco dell’amore, che oramai corre sulla rete, ma anche sulle bocche della gente, basta un piccolo errore e si finisce sulla graticola. Ma non quella che mi potrebbe preparare qualche mio aguzzino, no, quella che mi preparo da solo perché passo al setaccio me stesso e mi giudico e mi tagliuzzo il cervello per capire dove e come e soprattutto perché ho sbagliato.


Affrontare tutto ciò ovviamente non è semplice. E’ per questo motivo che ieri sera, dopo avere chiarito una situazione scomoda con la Burina, e aver fatto baruffa con Guy e sbroccato con Imogeon Heap perché ci solava e se ne tornava a casa, io ho visto la soluzione per non mandare tutto a puttane in quella bottiglia di vino che era adagiata là sul tavolo. E mi faceva ciao con la manina. Detto, fatto; poco dopo ero già nell’antico ma sempre nuovo mood dello stato di ebbrezza. Stato inattivo da troppi giorni, e raggiunti da Ga e Tata siamo andati al Rising Love per Le Grand Bordel. E devo ammettere che anche senza una maschera, bè io adoro proprio i bordelli. Direi quasi che un bordello non si definisce tale senza Annabelle Bronstein.


Fatto per circa un’ora il giro in macchina per il parcheggio, un’altra mezz’ora di fila per entrare ce ne sarebbe voluta un’altra ancora per lasciare i cappotti, abbiamo deciso di abbandonarli dietro un divanetto ci siamo buttati nelle danze e nei drinks. Una marea. Ogni volta che mi giravo c’era qualcuno pronto a mettermi in mano un bicchiere. Anche se avrei preferito che mi ci avessero messo ben altro. Ma insomma, non si può avere tutto e subito. In un batter d’occhio mi sono ritrovato Sushi e Juls, che non vedevo da un millennio. Mi sono ritrovato anche l’Infermiere Veterinario e il suo fido assistente Watson. Erano tutti lì che se lo schekeravano con dell’alcool tra le mani. Persino Stella, la barmade mi ha regalato un drink.


Ma secondo me si era fatta tradire dall’occhio languido della Burina. Che a quanto pare conquista pure le donne. Pensa te. Comunque in questo bordello di cocktail, di gente mascherata e non, io volevo solo pomiciare. Di nuovo. San Valentino arrivato e mi ricordava per l’ennesimo anno che io ero solo come un manico di scopa. Neanche a pensarlo che già mi sono ritrovato un paio di lingue dentro la bocca. Ovviamente questo è l’utilissimo apporto dell’alcool alle mie serate. Devo ammettere che tutto si è svolto abbastanza in fretta, e le uniche note positive sono che ho provato la slinguazza assassina sul piercing dell’Infermiere Veterinario. Ma questo non ha sorbito l’effetto sperato. Lui si tiene, cerca in tutti i modi di far finta di non essere attratto da me.


Ma ci vuole ancora del tempo. Finché non mi stufo però. Appurato che oltre gli slingua party che c’erano già stati, e finiti negli obbiettivi dei fotografi che contavano potevo finalmente tornarcene a casa. Ma il dramma è dietro l’angolo. E Roma, si sa è piena di angoli. Dal tragitto Rinsing macchina mi sono schiarito le idee con la Burina, per diverse certe spinose situazioni e pare averle risolte. Ma una volta accompagnati tutti a casa, be il confronto più duro cè stato con Ga. Perché Ga, ha sempre ragione. Sa sempre quello che deve dire, e il modo. E ci è riuscito benissimo. Ha perfettamente riassunto tutto il succo della questione in poche ma importantissime parole. “Piantala. Adesso piantala”. E lui, e io e anche Ga, Tata, la Burina sappiamo benissimo che si, dovrei piantarla.


E ovviamente varcata la porta di casa io ho iniziato il mio via-vai letto-tazza del cesso-letto-tazza del cesso. Bè, devo ammetterlo avevo solo bisogno di abbracciare qualcuno. O qualcosa. E devo ammettere che sono riuscito nell’intento. L’oggetto delle conversazioni di cui sopra, rimarrà segreto, fino a che mi stuferò, perché arriverà anche il momento in cui prenderò di petto un’altra situazione. Ma le cose vanno fatte con calma, per essere fatte bene. In definitiva credo che d’ora in poi odierò ancora di più San Valentino. Perché come tutte le cose che si celebrano dopo un po’ fanno l’acido. E non immaginate quanto acido ho fatto io questa notte. Non credo di dover sentire il bisogno di un giorno per celebrare l’amore.


Io lo voglio celebrare tutti i giorni. Ovviamente quando la materia prima arriverà. Lo so è un discorso abbastanza noto questo, ma è la realtà dei fatti. Non possiamo nasconderci dietro un dito, tutti vorremmo una persona accanto. Che ci ami, e che ce lo dimostri e che ci scopi, e che ci faccia sentire la persona più importante. A volte però è difficile capire gli intenti di ognuno di noi. I miei vengono fraintesi. Ma non è una novità. Io credo solo di sentirmi solo e molto abbattuto perché l’amore come io lo vorrei a quanto pare non c’è. E questo è si un dato di fatto. Un punto importante. Un po’ per me, e un po’ perché forse non è ancora il tempo. Ma io ci ho pensato anche fin troppo per oggi, tra un viaggio e l’altro verso il bagno. E direi che è davvero sufficiente. Almeno per oggi.


Ah, dimenticavo, buon San Valentino a tutti.

mercoledì 10 febbraio 2010

Buon fottuto compleanno a me!!!


Questo è un giorno speciale. Un giorno importante. E’ il giorno in cui scrivo il post numero 100. Ma è anche e soprattutto il giorno in cui festeggio con voi il primo compleanno di questo blog. Per me un grande punto di partenza, più stimolante, dannatamente pop e cool che mai. Se ripenso ai miei primi post mi viene quasi da ridere. Era sgrammaticato e molto disordinato. Col tempo però si cresce. E sono cresciute le amicizie, gli amori e anche il sesso. E sono cresciuto anche io. E tanto. Onde evitare di diventare sdolcinata e sonnecchiosa come al solito io ringrazio tutti quelli che con passione leggono questo mio delirio, ed oggi, per rendervi le cose più semplici ho deciso di regalare ad Annabelle un indirizzo più comodo per tutti voi. D’ora in poi basterà scrivere www.ilpisellodoroso.com e sarete direttamente a casa mia.

Devo assolutamente ringraziare quelli che con me arricchiscono di perle questo spazio, ovvero Guy, La Du Barry, Ga, Tata, Ciù Ciù, Sushi e la Burina… Ma anche e non solo tutti quei ragazzi carini che ci fanno muovere a suon di movenze e ci fanno battere il cuore. Sembrerò ripetitivo, ma quando si deve c’è bisogno di dar merito a chi se lo merita. E i miei amici, fidatevi, se lo meritano e anche tanto. Adesso però basta. Basta con tutti sti zuccheri, ci sono ben tre motivi per farsi rode le natiche. Fuori piove, mancano 4 giorni a San Valentino ed io sono già un anno più vecchia. Però fatemelo ammettere, più dannatamente pop che mai!!!


A questo, e altri compleanni insieme, più che vostra
AB

N.b. Ora scappo, devo andarmi a ubriacare con gli amici, si, devo assolutamente!!!

Facebook - Twitter

martedì 9 febbraio 2010

Pomiciare, E basta. Solo pomiciare.


OK. Basta le autocelebrazioni. Basta riproporre spassosissimi post vecchi che hanno fatto la storia di questo blog. Basta gongolare per le oltre 11.000 visite raggiunte in pochissimo tempo. Basta. Avremmo modo di celebrare il compleanno de Il Pisello Odoroso il prossimo 10 febbraio, ma ora è il momento di tornare a scrivere con un cipiglio dannatamente pop. Lo so. Sarò ripetitivo, ma andiamo anche la Cuccarini sono almeno dieci giorni che ci sfracassa i maroni con le sue idee su come e quando ci dovremmo o anzi, non dovremmo legarci. Per cui. Per cui vi lascio a questo nuovo capitolo, sempre simpatico, spassoso e godibilissimo sulla mia vita. E state attenti perché ci saranno nuovissime novità che cambieranno profondamente questo blog. Ma andiamo a sabato.


E’ in sabati come quello appena trascorso che capisco davvero di essere una persona importante per questa società. Non fraintendetemi, lo sapevo già prima. Ma sabato sera tutto ha avuto un sapore nuovo. Guy, Ga, Tata, Burina ed io, rimasti orfani di Ciù Ciù e il suo +1 abbiamo deciso alle tre di andare al No Controles per la serata Dallas. Non avevamo ovviamente il look adatto, visto che tutto è nato inaspettatamente. Ma noi non ci poniamo mai di questi problemi. E infatti, siamo andati senza problemi. E ovviamente alla porta non c’è stato problema alcuno. Anzi siamo entrati persino gratis. Per l’ennesima volta ci hanno riconosciuti e hanno abbassato la corda per lasciarci passare. Ovviamente solo Burina ha pagato, ma solo perché era in lista.


Appena presa confidenza con il luogo e aver capito che non avremmo potuto lasciare i nostri cappotti al guardaroba, per non si sa quale cazzo di motivo, ci siamo diretti verso il bar ed abbiamo deliziato i nostri palati con dell’alcool. Assoluto. Ga mi ha fatto bere il negroni sbagliato, di cui so soltanto che un ingrediente viene sostituito con il prosecco. Per me era sufficiente. E infatti l’ho buttato giù in un batter d’occhio. Di li a poco, ne sarebbero successe di ogni. Prima cosa Tata, Guy ed Io ci siamo persi in saluti e calorosissimi abbracci vari verso la qualunque. Solo alcuni di questi abbracci e saluti erano davvero sentiti. Ci tengo a sottolinearlo. Ma si sa, noi gay siamo famosi per essere sinceri in ogni occasione, soprattutto quando siamo in discoteca ubriachi.


Mentre tutto ciò accadeva la Burina era misteriosamente scomparso e Ga flirtava con la qualunque. Ricomposte le righe era arrivato il momento di dare sfogo alle movenze che tanto decanto in quasi ogni mio post, e ci siamo ritagliati un piccolo spazietto sui divanetti dove abbiamo poggiato i nostri cappotti e abbiamo cominciato a farne di bendonde. Guy si è subito eclissato poiché un fusto devastante, toro, carino e con dei pettorali pazzeschi se lo è abbordato. Il tipo, norvegese, ovviamente ubriaco sarebbe ripartito l’indomani per la sua terra natia. Ma prima, voleva solo ficcare la sua lingua nella bocca di qualcuno. Quel qualcuno era giustappunto Guy che non si è proprio sottratto. Anzi. Gli ha dato di pomicio party, segnando il primo del 2010.


Inebriato da nuova ispirazione, e da una voglia di inumidire anche la mia lingua con quella di qualcun altro, mi sono messo alla ricerca di qualcuno che potesse accontentare queste mie richieste fisiologiche. Purtroppo la poca luce e anche le mie facoltà mentali abbastanza appannate in generale quasi sempre hanno reso questo compito ancora più complicato. Mentre perlustravo la sala mi sono imbattuto però in 1. 1 è uno, per l’appunto, che qualche tempo fa se la faceva con un mio caro amico, di cui eviterò però di rivelare l’identità. Un piccolo sguardo e l’immediato bacio e saluto, con conseguente micro conversazione sulle nostre vite attuali, ed una strana tipa in tailleur che ballava una specie di tango sulle note di musica che assomigliava a tutto ma non a tango.


Salutato 1, mi sono rimesso alla ricerca di chi potesse, in maniere del tutto esclusiva infilare la sua lingua nella mia bocca. Ma nulla. Erano tutti troppo strafatti o straorrendi o donne o lesbiche. Mentre Guy era ancora lì che se ne diceva di ogni con la lingua di quel norvegese, mi sono reso conto che Ga se la pomiciava con un amico in comune. Lo chiamerò il Coniglio, ma solo perché ci si è vestito ad Halloween. Il Coniglio era lì che se lo sbaciucchiava, e io quasi per caso mi sono avvicinato ed ho esordito in maniera del tutto retorica, lo so, “Ma per me non c’è niente?”. Subito accontentato. Il Coniglio ora si intratteneva con la mia di lingua. Poco mal, ho pensato. Anzi sticazzi. E come baciava bene.


Non so se avete mai baciato un ragazzo con il piercing sulla lingua, io non lo avevo mai fatto prima. E questa cosa mi ha subito creato uno sbalzo di pressione sanguigna, soprattutto sul basso ventre. Ho subito immaginato quello che potrebbe farmi il Coniglio con la sua lingua e il suo piercing mentre facciamo del sesso sfrenato. Credo che io potrei morire per del rimming fatto con quella roba lì sulla lingua. Ma davvero. Comunque a parte le mie fantasie di chi non scopa da più di un mese e mezzo, il contatto con il Coniglio è continuato con la chiara ammissione di quanto sia orrendo il mondo gay. Ma, ancora? Insomma, questa è una cosa che fa tanto 2009. Lui ha cominciato a dirmi quanto sia stufo di inciuci senza senso.


E figurati a chi lo dice. Io ho annuito e ho capito le sue ragioni e sposato la sua causa. Al punto che gli ho rificcato la lingua in bocca ed ho ripreso il gioco di cui prima, che mi ispirava di cui sopra. Anzi soprattutto sotto. Ma vabbè, poco dopo mi sono dovuto placare per l’inaspettato ritorno tra le fila di Burina e di Guy. Che non era stato scaricato, ma era solo arrivato il momento per il suo fusto norvegese di andare a cambiare l’acqua alle olive. In quel preciso istante ci siamo lasciati prendere dal mood danzereccio. Movenze pop per tutti e coreografie varie. Eravamo tutti ubriachi ovviamente, e questo ha reso il tutto più simpatico e divertente che mai. Appurato che ci saremmo dovuti accontentare solo di un pomicio party, però era arrivata già l’ora di andare via.


Recuperati i pezzi, però io mi sono dedicato ad una piccola ripassatina di lingua con il Coniglio. Era giusto per porgli il saluto che si meritava. D’altronde io so pomiciare alla grande. Anche se devo ammettere che il mio era solo il disperato bisogno di appagare la voglia di pomicio che mi attanagliava da giorni. E infatti nell’attesa mi sono perso tutti. Rimasto solo, con la lingua di quel dolce coniglietto tra le fauci sono ritornato in me nella modalità down-to-earth ed ho riacchiappato Tata e co. per uscire, e tornare a casa. Ma era ancora presto. L’ultimo tappa prima di andare a letto rimane, e rimarrà il cappuccino alla crema, di Gigi. E infatti, poco dopo eravamo già lì, dove ci abbiamo aggiunto anche il cornettazzo.

Rientrati a casa io e Guy ci siamo lasciati ai soliti commenti prima di andare a dormire. Ci siamo chiesti se dobbiamo aspettare una nuova Perestroika per sperare in rimorchi decenti. Oppure se finalmente dobbiamo iniziare a fregarcene. Nel senso che forse è arrivato il momento di pretendere qualcosa di più. Come ci ha detto il +1 di Ciù Ciù siamo intelligenti, e se siamo ancora soli è perché di certo non ci accontentiamo del primo che passa. Che mi può stare anche bene. Perché è così. Ma quello su cui mi fermo a riflettere è come è possibile che lui lo ha capito in una serata, e quei ragazzi carini che tanto ci fanno penare non lo capiscono neanche dopo mesi che ci parliamo tutti i giorni via msn, oppure dopo caffè e cene varie?


Questo rimane un mistero. Un anatema. Una pagina di sudoko difficilissima da risolvere. Da lì a poco il sonno ha preso il sopravvento e le nostre menti si sono assopite all’idea che per ora non avremmo ancora il nostro +1. E soprattutto un pensiero ha fatto capolino nelle nostre menti. Di qui a poco, sarà San Valentino. Ovvero il giorno che io odio con tutto me stesso assieme alle feste comandate. E noi tutti saremmo costretti non solo a passarlo da soli, ma anche a doverci subire senza fine tutte quelle odiose coppiette che riempiranno la capitale con i loro milioni di gesti carini e sdolcinati che faremmo, ovviamente, anche noi se solo fidanzati muniti. Ma tutto può ancora succedere, no? L’importante è non perdere la fiducia, perché la speranza si è già suicidata.

lunedì 8 febbraio 2010

7000 caffè, l'Alpheus e diverse trascese condizioni dell'essere.

Lunedì 4 maggio 2009
Già verso la fine del XVI secolo i botanici iniziarono ad analizzare le proprietà della bevanda. Dopo Rauwolf, nel 1713 il botanico francese Antoine de Jusseieu realizzò una delle più significative pubblicazioni scientifiche sulla anatomia del caffè. A coloro ai quali l'uso del caffè provoca troppo eccitamento - può provocare in soggetti predisposti episodi di tachicardia sinusale, quindi cardiopalmo, oppure insonnia - viene consigliato di astenersene o di usarlo con moderazione; l'effetto potrebbe anche essere corretto mescolandovi un po' di cicoria oppure orzo tostato. L'uso costante potrebbe neutralizzare gli effetti negativi del caffè su molte persone, ma potrebbe anche nuocere, essendovi dei temperamenti tanto eccitabili da non essere correggibili. Pellegrino Artusi sosteneva che l'uso del caffè dovesse essere proibito ai più giovani.
Secondo una diceria ottocentesca, il caffè eserciterebbe un'azione meno eccitante nei luoghi umidi e paludosi e si riteneva che questa fosse la ragione per cui i paesi in cui se ne fa maggior consumo in Europa sono il Belgio e l'Olanda. In Medio Oriente, ove si usa di ridurlo in polvere finissima e farlo all'antica per berlo ancora torbido, il bricco, nelle case private, è sempre sul fuoco.
Secondo il medico Paolo Mantegazza, patologo ed igienista, il caffè - contrariamente a quello che comunemente si pensa - non favorisce in alcun modo la digestione; tuttavia può essere fatta una distinzione: il criterio può essere riferito a coloro ai quali il caffè non provoca eccitazione particolare, mentre per coloro sensibili alla bevanda, può portare la sua azione anche sul nervo pneumogastrico; ed è un dato di fatto innegabile che possano digerire meglio (e l'uso invalso di prendere una tazza di buon caffè dopo un lauto pranzo ne è una testimonianza, neppure troppo indiretta).
Preso alla mattina a digiuno pare che il caffè sbarazzi lo stomaco dai residui di una imperfetta digestione e lo predisponga ad una colazione più appetitosa; va precisato ad ogni modo che una tazzina di caffè, cioè 10 cL di caffè, e un cucchiaino di zucchero, apportano all'organismo solo 45 calorie in totale, contro le 400 indicativamente raccomandate dai dietologi per una colazione bilanciata, una che cioè fornisca il 29% delle calorie consumate nelle 24 ore successive: è fortemente sbagliato, pertanto, sostituire la colazione con una semplice tazzina di caffè, aggiungendo a ciò che, contrariamente al pensiero comune, trascurare la colazione espone gravemente all'obesità gli individui predisposti ad ingrassare. Resta inoltre valida la raccomandazione della Food and Drug Adminstration di "evitare se possibile i cibi, le bevande e i medicinali che contengono caffeina, o comunque consumarli solo raramente". Molti ricercatori sconsigliano il caffè decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l'uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta (es. etilmetilchetone: 20 mg/kg; se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni). In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri.
Prima di mettersi in viaggio il caffè non è consigliato, se non dopo aver mangiato. Infatti è uno stimolante e facilita l'attenzione, ma favorisce anche un'ipersecrezione gastrica fastidiosa, soprattutto a stomaco vuoto.
Il caffè mescolato al latte bollente (il famoso cappuccino) ha la proprietà di bloccare l'appetito ed è comunemente pensato essere un sostitutivo del pranzo anche se impropriamente. Questo perché, con la temperatura, l'acido tannico del caffè si combina con la caseina del latte, dando luogo al tannato di caseina, composto difficile da digerire.
(tratto da Wikipedia.)

Sabato ore 15.
Caffè ingeriti: 12
Farmaci ingeriti: 2 bustine di Aulin.
Segni e sintomi: diarrea persistente, mal di testa, nausea.
Appena a casa, distrutto, ovviamente ancora dalla serata di ieri e la dura mattinata a lavoro, decido di prendere anche un'aspirina effervescente. E di andare direttamente a letto. E così ho fatto.

Sabato ore 20.30.
Torno alla vita. Sinceramente non ho la più pallida idea di chi io possa essere. Non mi interessa neanche un pò comunque. Decido che ho bisogno di carboidrati. Di sugo al ragù. E così faccio. Spaghetti. Forse un quintale. E mi abbuffo, volutamente. In maniera quasi indigesta. Studio il mio look per la serata, ed esco destinazione Coming Out. Il mio obiettivo era quello di incontrare la Polpetta. Ma ovviamente. Neanche l'ombra. Il mio obiettivo numero due era quello di incontrare l'orcomaleFICO, ma ovviemente era troppo presto. L'orco appare sempre a tarda sera. Dopo aver sculettato per quasi due ore con Guy, la Du Barry, Passivia e The Architect, abbiamo deciso la nostra serata:ALPHEUS. Volevamo dimenarci sul dancefloor. Volevamo la musica pop . Volevamo Brezet. Volevamo l'alcool.


E volevamo un cavolo di uomo che ci dasse qualche cavolo di emozione. E così siamo andati. Entrati ci siamo subito resi conto che la serata prevedeva i Go Go Boys in tenuta wrestlers. E noi che da sempre siamo delle combattenti che vestono alla moda ci siamo sentite subito a casa. Abbiamo fatto il nostro giro ricognitivo e abbiamo quasi da subito deciso che dovevamo riprenderci la musica pop che ci avevano negato la sera prima al Mucca. Volevamo essere solo dei glitter. Avere delle movenze assolutamente pop. E dei sorrisi finti sulla faccia, ovviamente. E così abbiamo fatto. Ma Brezet ultimamente suona sempre tardi. Così ci siamo dedicati alle pubbliche relazioni, ai saluti e ai baci, ai COMESTAI?IOTUTTOOK e hai CHEMIRACCONTI??? Io in realtà mi guradavo intorno. Mi sentivo qualcosa.

Il mio stomaco non smetteva di bontolare, e avendo passato quasi tutto il giorno sulla tazza del cesso non mi sembrava possibile che
ne avessi ancora da fare. Così per sicurezza mi sono diretto verso il bagno, e mi incontro la Burina. Che stava facendo anche lui la fila per il cesso, e non era solo, anzi era in compagnia di colui che veniva accreditato come il suo ultimo flirt ufficiale. In realtà da subito mi sono accorto che i toni erani poco amichevoli tra i due, e c'era una certa aria pesante. Annabelle Bronstein è una pettegola per antonomasia, ma conosce le tecniche per origliare anche da lontano. Per cui con molta calma mi sono fatto da parte e ho aspettato il mio turno. Appena uscito dal bagno ecco riapparire, suo malgrado, il noto e affascinante Insy Loan, stipato in una canotta arancio e il suo immancabile orologio bianco.

Siccome mi sta già venendo l'ansia da Annabelle Bronstain, ovvero adesso che guardo qualsiasi persona mi viene il pancio che questa in qualche modo p
ensi che io sia Annabelle, per cui quasi a non curarmene, ho fatto il vago e ho abbassato lo sguardo. Però, InsyLoanTantaRobaMammamia. Fuggo ma incappo in un'altro mio sogno erotico. Ovvero il ragazzo con il cuore tatuato di faccialibro. Credetmi. Lui è perfetto. Bel fisico, occhi penetranti, barbetta rossa e tatuaggi sulle braccia. Quanto basta per farmi perdere l'equilibrio e scivolare adosso a uno. Che indovinate un pò chi cazzo era? MR.BIG. Si. Mr. Big che io avevo cancellato e rimosso dalla mia mente era lì di fronte a me che rideva e sorrideva, pronto a salutarmi. Oh mio Dio e ora???? Decido di essere vago. Freddo e distaccato. E ricredermela pure un pò. Tiè.

Lui mi saluta, mi dice che sono bellissimo, e quasi sicuramente drogato da non so cosa e ubriaco da non so quanto alcool e finalmente mi comunica l'epitaffio che resterà di me e lui: "Peccato proprio che io sia passivo, perchè altrimenti avremmo fatto i botti...ma d'altronde...". Sgomento. Paralisi facciale. Calo di zuccheri. Impoverimento cerebrale. Secchezza delle fauci. Facies mitralico. Decido di reagire, non avrò sicuramente capito bene, con tutta sta musica. E lui agita la ma
nina manco la più checca di Roma. Ma in che dramma mi sono cacciato? Oltre a non sentirci, ad avere problemi di equilibrio, dell'accettazione della mia immagine adesso non riconosco neanche più una checca da un attivo??? Andiamo. Il ghiaccio è palpabile. Lui inframezza presentandomi un suo ennessimo "amico" con cui suppongo scoperà stanotte che si chiama Maurizio.

Palesemente attivo e masc
hio. E penso: tanti cazzi. Mi verebbe da dire. E invece no. La Scary Spice che è in me decide di uscire, e di sfanculare i convenevoli, e di essere acida, stronza e finalmente di affermare la sua assoluta vogli di una persona concreta. Ed esplodo: "Bè caro, forse non ti era chiaro che al massimo mi sarebbe piaciuto scopare. Nulla di più. E comunque, io sono versatile, per cui magari il culo te lo avrei rotto, anche volentieri!". Sorrido, prendo Guy e fuggo a fumare vincitrice e maschia per la mia performance incredibile in senso stretto e fenomenale per l'intonazione della voce e il tempismo perfetto. Ecco, ora Mr. Big sarà ufficialmente un timido e lontano ricordo nella mia testa. Senza rimpianti decido che è ora di darsi una mossa. Un mio amico che vive a Pescara ogni volta che viene a Roma rimorchia di brutto, solo ballando.

Per cui decido di fare lo stesso. E mi metto a ballare. Come non mai. E dopo circa due ora di balletti, piroette e movenze pop, decido di piantarle e di andarmi a bere un cazzo di drink. Alle 5.30 passate, quando Brezet mette l'ultimo disco decidiamo di fuggire e tornare a casa. Ma ovviamente mentre andiamo a prendere i giubetti (mamma non posso fare a meno della parola giubetto), perdiamo la Du Barry. Io e Guy usciamo lo stesso, siamo stufi di tutto. Usciti all'aria fresca ci rendiamo conto del diluvio universale terminato da poco, io mi accorgo anche di un mega figone che per tutti noi sarà Occhistupendi. Non mi è nuovo. E' un bel ragazzo, rasato un pò torello con questi due occhi azzurri devastanti. E un sorriso che mi scioglie. Io lo guardo, ma lui parla con un amico anche se vedo che si accorge che lo sto guardando.

Grazie al cielo, visto che sono dell'idea di sperimentare nuove tecniche di seduzione e tra queste si ripropone quella di cospargermi di kerosene e darmi fuoco giusto
per farmi notare. In tutto questo però quella rintronata della Du Barry ancora non si decide a uscire. La chiamo al telefono e le mando anche un messaggio, ma le furie del fato si abbattono su di me e il mio telefono finisce sotto una macchina parcheggiata là di fianco, e soprattutto batteria e sportellino volano via. Porcaputtana. Porcatroia. Mi accovaccio per recuperare il mio cesso di telefono e mi sporco le ginocchia e mani di jeans manco fossi uno speleologo nella terra nera. Che poi che è la terra nera? Bo vabbè. Ma vaffanculo. Dopo essermi ripreso quel cesso di telefono arriva, la Du Barry. Decidiamo che è arrivato il momento di dire basta. Di chiudere lì quella serata.

In un attimo si fa giorn
o, e noi rimaniamo affascinati da quel sole che ci sorprende. Ovviamente, improvvisamente, fa capolino in noi una fame devastante. Decidiamo di fermarci da Burger King e abbuffarci come non mai. Tra l'altro non capirò come mai il cassiere di Burger King creda di essere un tronista di Uomini & Donne anche quando è in servizio. Mah. Cmq a stomaco piena si sà, la ragione torna presente, è Guy mi dice che secondo lui io ho vinto su Mr. Big. Che non ero io a non piacergli ma semplicemente era lui che è una passiva peggio me. Non so cosa ci possa essere di consolante in ciò. Ma ok. Anche la Du Barry conviene con lui, ed io invece mi faccio un'altra devastante domanda, che mi suona più che emblematica. Ma ce li siamo già fatti tutti? Non sono neanche due anni che sono qui, e non cè uno straccio di persona che si possa frequentare?

E anche il sesso comincia a essere deludente. La mia mente sembra un flipper impazzito, laddove Flipper sta per il delfino. Più ci guardiamo intorno e più ci rendiamo conto che anche nel mondo gay esisto caselle. I muscolosi con i muscolosi, i bear con i bear, i maschi che vogliono solo i maschi e i mega coatti a cui piacciono gli Emo scheletrici e privi di gusto. E noi? Noi che non siamo nè carne nè pesce. Noi che siamo un pò pop, e un pò electro. Ma non troppo, da essere alternativi. Perchè ovviamente gli alternativi vanno solo con gli alternativi. Insomma noi con chi cazzo ci fidanzeremo mai, se questo accadrà mai prima o poi? Il nostro silenzio era molto più eloquente di ogni discorso. Si. Noi in quell'istante eravamo single. Anzi soli. E senza prospettive interessanti. Abbiamo deciso di concludere con la nostra nuova frase cult.


Ovvero che a Roma neanchè più i varchi sono attivi. In onore di Mr. Big. E di tutti quelli che ci guardano, sotto mentite spoglie e ci fanno sentire interessanti. Loro malgrado, non sanno che noi però, lo siamo veramente.

domenica 7 febbraio 2010

La matematica delle relazioni.

Mercoledì 27 Maggio 2009


Questa grande piccolo mondo gay di Roma or ora mi annoia più che mai. Non so voi. Pensate che noia può essere stato andare al Coming Out ieri sera, e non poter bere neanche un goccio d'alcool per colpa di questa Champion del cazzo. Sarà. As usual eravamo io, Guy, la Du Barry e Gab. Ieri cè stata una strana congiunziona astrale sul Colosseo che ha fatto si che tale
P
hil Romano comparisse davanti a noi. Adesso. Io ne ho visti di bei ragazzi, e anche di più o meno noti. Per esempio un Carlo Masi in foto rende molto di più che dal vivo, a mio avviso. Per Phil Romano è l'esatto contrario. In foto è carino dal vivo ti devasta. E' bonissimo. Troppo forse. Troppo da doverti chiedere ma che ti farà mai uno del genere. Oppure che cazzo ha mangiato da piccolo.

E poi penso a me e a quello che mi ha dato mia mamma da mangiare. Mah! Io proprio non capisco. Nelle teorie più semplici di tutti i giorni siamo portati a pensare che i poli opposti si attragono, che i belli va
nno con i belli, i ricchi vanno con i ricchi e via di seguito, costituendo una vera e propria matematica delle relazioni. Io non so sinceramente cosa pensare. Io non sono il tipo tutto muscolo che magari attira uno come Phil Romano, però non mi dispiacerebbe se lui mi considerasse. Però l'incastro non avviene, quello manco mi ha guardato. Allora mi sorge spontaneo il dubbio. Ma non staremo sbagliando tutti. Ruby Rue, come anche Little Miss Sunchine e Sushi sono sicuri che oggi giorno non ha più senso parlare di ruoli tra i gay perchè bisogna superare questi clichè e queste sono solo menate.

Io rimango sempre molto vago su questo argomento. Il fatto che io possa avere un ruolo più passivo e ne sia anche abbastanza consapevole però non innesca l'interesse di quei tipi palesemente attivi che magari io preferirei. No. Piuttosto si interessano a me quelli più passivi di me. E allora nella matematica delle relazioni io non ci capisco più niente, e vado nel pallone. Gab, ha sempre detto che secondo lui l'attivo deve andare con il passivo. E basta. E che è sostanzialmente inutile cercare di far collimare due che provano lo stesso piacere dagli stessi gesti. Io potrei anche trovarmi d'accordo. Ma allora perchè molte volte gli attivi si fidanzano tra loro. Che fanno questi a letto? MMMMMM. Confusione. Confusione. Confusione.

Questi discorsi poi fanno sempre storcere il naso, perchè ovviamente subito si innesca la classica risposta che è da superficiali ragionari in termini di attivi e passivi. Ok. Anche se io non volessi ragionare così, e diverse volte l'ho fatto, poi però mi sono trovato a letto a dover compiere il fattaccio, a dover far finta di provare delle cose che in realtà non esistevano. E allora ancora di più dico che la matematica potrebbe esistere. Vagando nella rete poi mi sono imbattuto in una nuova linea di abbigliamento che si definisce gay. Adesso in America come anche in Australia ci sono diverse linee di abbigliamento friendly che nascono con una filosofia ben specifica. Magari hanno un messaggio. Da noi debutta la Hello Boy che vabbè, fin quando mi propone capi di abbigliamento che a me non piacciono, ok, il mondo è bello perchè è vario, a qualcuno piacerà.


Ma addirittura creare delle pins, e in base a come le metti palesi il tuo orientamento a me sembra troppo. Si legge dal sito: "La pins Identity, nasce per identificare,chi indossa un capo Hello Boy.Abbiamo sostituito come idea le vecchiefasce, bracciali etc. con la nuova e rivoluzionaria SPILLA. La pins indossata a DESTRA identifica un soggetto PASSIVO. La pins indossata a SINISTRA identifica un soggetto ATTIVO. La pins indossata SUL PETTO o non indossata, identifica un soggetto ETERO". Detto ciò cosa devo aggiungere io. Adesso basta avere una pins e tutto si risolve...no? NO. Mi rifuto di pensare che basti una pins. Mi rifuto di pensare che tutto alla fine sia solo ed esclusivamente così. Non è giusto. Io voglio continuare a credere che un giorno Phil Romano mi incontri e mi chieda di vederci per un caffè. Io voglio continuare a sperare in quei magici sguardi complici che ti stregano. Io non voglio smettere di darmi una chance. E se proprio non dovesse mai succedere allora vorrà dira che in matematica la mia prof. ha sempre fatto bene a darmi 3+.

sabato 6 febbraio 2010

Addio Mucca! Addio Annabelle!

Domenica 31 Maggio 2009


Ci viene sempre chiesto di essere al meglio. Di essere al top. Venerdì però avevo una strana euforia che mi attraversava le vene. Avevo una strana voglia di movenze pop. Di essere il top. Di divertermi. Ci siamo visti a casa di The Rock e con me la Du Barry e anche Multiples Bubbles. Appena arrivati a Mucca ci siamo resi conto del delirio assoluto che regnava. Una fila oceanica. Gente ovunque. Ma Annabelle Bronstein ha sempre un gancio, e il mio gancio era lì alla selezione per la fila etero. Io mi sono avvicinato, ho fatto un cenno, e in meno di 4 secondi abbiamo scavalcato tutti ed eravamo dentro. Era tutto secondo i piani, quando messomi in fila per pagare mi sono reso conto che ero in fila da un'inaspettato cassiere. La Polpetta. Senza parole. Ho cercato ovvviamente di fare il vago, ma quando toccava me ho tradito un semplice sorriso.

Lui mi ha fatto l'occhiolino. Oramai fa solo quello. Io non avevo spiccioli ed ho pagato con la 50. Li ho letto il panico negli occhi. Ha accuratamente controllato la banconota. Vabbè. Manco fossi Eva Kent. Volevo quasi quasi dirgli che i miei soldi erano veri. Poi finalmente dopo circa 77 minuti di attesa mentre elaborava il resto ha finalmente poggiato la entry e i soldi. Ovviamente ha anche controllato se fossi timbro-munito. Vabbè tutte cose che sinceramente si poteva risparmiare. Ma non volevo assolutamente prendermela. Non volevo già farmi rovinare la serata. Era già tanto che mi aveva salutato ho pensato, visto tutto quello che è successo. Così ok, ho salutato e mi sono avviato verso l'entrata. E mi sono meritato anche un secondo accorato occhiolino. Vabbè vedi tu. Comunque il Mucca era pieno all'inverosimile. C'era persino gente appesa sul soffitto che se la ballava.

E c'era di tutto. Belli, brutti, muscolosi, smilzi, ragazzi pop, ragazzi rock, chic e anche un pò trash. Le solite baraccone con filo di perle e le solite coglione. Le coglione sono una nuova generazione che in questa stagione di Mucca ha fatto la prima comparsa e che ovviamente non potevano mancare alla chiusura. Le coglione sono quelle stronze che si mettono tra te e il mondo solo ed esclusivamente per darti fastidio. Lo fanno mentre balli. Si mettono tra te e quello che stai cercando di puntare da ore. Lo fanno mentre fai la fila al bar, si intromettono a casa nella fila che stai facendo da tipo un ora, e sgomitano. Ste stronze. E non si fanno problemi neanche se le guardi con lo sguardo assassino. Il mio tipico sguardo mortale che utilizzo nei momenti più rissosi.

Comunque grazie al cielo che non tutti i barman dormono, e il mio preferito di Mucca ha capito che la cogliona di turno ne avrebbe avuto di bendonde se solo mi avrebbe scavalcato, per cui mi ha servito. Immediatamente nelle mie vene oltre alla voglia di movenze pop, è arrivato l'alcol. Milioni di particelle di alcool si sono legate alla parte più viscosa del mio sangue cominciando a shekerare tutto. La testa. Il mio corpo. Le mie mani. Il mio culo. Così mi sono ritrovato sul dancefloor a soddisfare tutti i presenti con le mie coreografie dannatamentepop e altamenteacrobatiche che hanno destabilizzato i presenti. Con la Du Barry al seguito e con Katy Perry in sottofondo ne abbiam fatte di bendonde. Ma i miei ormoni non erano in vacanza. Tutto il contrario. Sarà stato il farlocchissimo impianto climatizzatore del secondo piano, ma io ero già sudato da fare schifo. Troppo.

E chiunque mi si avvicinasse era motivo d'erezione. E fu proprio questo ragazzone alto, pelato, leggermente barbuto che mi guardava interessato a scatenare quell'erezione. Io non ho aspettato. Ho visto che mi guardava ma non mi accontentavo. Io volevo di più di un suo timido sguardo. E infatti avvicinatomi, con il mio intenso sguardo "abrevesaraimioenontenepentirai" ho agito e gli ho messo la lingua in bocca. Mai mossa fu più azzecata. Di lì a poco ci saremmo spostati ai riservatissimi divanetti del piano terra tra il totale delirio. E ne avremmo fatte di bendonde. A vrei scoperto anche che il tipo è un imprenditore ristoratore dell'Eur. Bene per la prima volta non si tratta del solito sfigato. Al termine del pomicioparty però mi sono ripreso dal mio momento ubriachezza e ho ritrovato la Du Barry. Il tipo mi dice che deve ritrovare gli amici e mi da appuntamento lì dopo dieci minuti.

Io mi rimetto a ballare, e soprattutto a fare quello che mi riesce meglio. Ovvero una marea di figure di merda. A gratis ovviamente. Distruggo la spilla ad un amico, spilla che è costata tempo nella sua preparazione dell'outfit per la serata. Poi becco uno degli Irragiungibili. E lo circuisco chiedendogli spiegazioni su dei messaggi che mesi e mesi prima mi ha mandato. Lui ovviamente tergiversa. Nega. Caccio il telefono, carta canta, verba volant. Glieli mostro. Lui sorride. Dice che scherzava, che io ho frainteso. Lo sbatto contro il plexyglass del piano terra e gli chiedo di più. Lui ride. Ma che cazzarola ti ridi? Ma che cè da ridere? Io rimango interdetto tra me e me, e decido che è arrivato il momento di ignorarlo. Di lasciarlo lì. Con il mio Io totalmente intrappolato in quello che gli altri possano pensare di me. Ovvero che io sia un rincoglionito. Uno stupido.

Uno che non capisce che era gioco di un bluff. Gioco di un piacere che si chiama seplicemente GIOCARE CON GLI ALTRI. Anzi l'Irraggiungibile mi ha anche detto con un sorrisetto malefico che era impossibile che io avessi capito che lui ci stava provando. Sarà. E' probabile che io abbia potuto capire male. Ma sta di fatto che lui ci stava provando. E anche abbastanza pesantemente. Ma io lo cancello. Lo lascio lì in quell'angolo di Mucca semi buio, semi ubriaco e semi solo. Così come si merita. E lo cancello. Lascio in promemoria la vendetta, che è un piatto che va servito freddo, e quando sarà ne avrà di bendonde. Anche lui. Ritorno dalla Du Barry e ci scateniamo nelle ultime danze che si contraddistinguono per il trash e il pop assoluto. E io ci sono stato. Perchè adoro. Ma quando meno me lo aspettavo il mio imprenditore-ristorato dell'Eur riappare e mi saluta.

Io lo saluto, scambiamo il numero ma il suo comincia con +44. Mmmmmmmmmmmm. Ma che cazzo di numero è? Tra il sudore, l'alcool e le movenze pop rifletto e ricordo che +44 è il prefisso di Londra. Lo guardo e gli chiedo spiegazioni. Lui mi guarda e dice che tra due ora ha un aereo per Londra, perchè è lì che vive, è li che possiede il suo ristorante. Rimango sorpreso e stupito. E stupido come al solito. Ma che senso ha? Ma è mai possibile che cose del genere possano accadere solo ed esclusivamente a me. Questo è stato tutta la sera a fare il piccipiccibaubau della situazione e invece è l'ennesima mega sola devastante. E non è che abita all'Eur...magari è di origine dell'Eur. Lui vive a Londra. Giusto 1834 km. Ecco qua. E io mi lamentavo del mio ultimo trombamico che stava a Colli Albani. Cerco di ignorarlo. Lo saluto e gli auguro un buon viaggio.

Lui pare aver capito e sorride. Mi chiedo ancora cosa ci sia da ridere. Tutti che se la ridono. E poi finalmente me ne vò. E questa volta saluto il Mucca ufficialmente, visto che la prossima volta sarà il prossimo inverno, per ricomciare tutto di nuovo, da capo, ancora una volta. E saluto anche Annabelle Bronstein. Per un pò impegnatissima in viaggi fuori Roma e all'estero il mio alter-ego se ne va. Tranquilli però, che ritorna. E quando tornerà ne avrà ancora di bendonde da dire e fare. Tutto ovviamente scritto per bene. O per quanto gli è possibile. E questo più che un appuntamento mi suona proprio di minaccia. Ma Annabelle è così, arriva, disfa e scompare. Per poi tornare, più pop che mai.