martedì 20 ottobre 2009

Salvo per un pelo!

Questa mattina svegliandovi e aprendo i giornali, finalmente avreste avuto notizie sulla mia fine. Ovvero, massacrato dall’ennesimo attacco omofobo nella capitale. Per fortuna non è accaduto. Non è accaduto per l’intervento sorprendente della Polizia. Ieri sera sono uscito di casa verso le 21,40 per andare a lavoro. Nonostante le mie condizioni fisiche non lo permettessero, visto che oltre al raffreddore e alla tosse ieri avevo anche qualche decimo di febbre. Ma tant’è, che mi toccava, e sono comunque uscito per andare a lavoro. Messe le cuffie alle orecchie, ho accesso a palla il nuovo singolo delle Sugababes, “About A Girl”, che oltre ad averne di bendonde, mi provoca una serie di movenze dannatamente pop incontrollate, che si estendono dai piedi, attraversano le gambe, facendo giro sul bacino e raggiungendo le mani per poi ritornare indietro. Insomma ero lì che me la sculettavo per strada con l’ipod a manetta incurante del dramma, che si celava, ovviamente, sempre dietro l’angolo.



E svoltato l’angolo dramma fu. Mentre tentavo di avere una parvenza più umana possibile, mi sento fischiare e chiamare ripetutamente “Hey, heyyyyyyyy!!!!”. Io ovviamente ero in ben altre faccende affaccendato. Insomma l’ormone pop presente in me era letteralmente impazzito, e io non potevo capire che colui che mi chiamava si stava innervosendo. Tutto ciò mentre fumavo, e con la sigaretta riuscivo a creare una nuova, ma vaghissima coreografia con le mani. “Heyyyyyyyyyy”, fischia di nuovo e mi raggiunge bloccandomi venendomi a parlare in faccia. Io finalmente ritorno in me, e messi da parte i discinti panni di Heidi delle Sugababes finalmente mi rendo conto che quel tipo stava cercando di avere un contatto verbale con me. “Aò. Ma nun ce senti. Te sto a chiamà da mezz’ora”. Si introduce lui. Un ragazzo di colore, alto circa un metro e novanta, con un fisico devastante (gli addominali erano visibili da sotto la maglietta), un berretto da hiphoppers e nei pantaloni xxl. Al mio occhio in quei pantaloni c’era anche qualcos’altro di notoriamente xxl. Vi ho mai detto del mio disinteressato desiderio di avere una storia con un hiphoppers e/o con un ragazzo di colore??? Ovvio che no.

Ho subito pensato che nonostante il suo aspetto duro e massiccio, rinchiudeva in lui uno sguardo tenero, dolce e anche drammaticamente interessante. Indeciso se dichiarargli il mio amore per lui oppure presentarmi semplicemente come Annabelle Bronstein mi sono ritrovato a scusarmi per non aver colto il suo fischio, visto che ovviamente non ero mai stato un cagnolino. “Si scusami, avevo la musica alta… Dimmi…” Esordisco incerto. In quel preciso istante il suo lui cattivo si impossessa del suo lui carinodolcepompatomisonoappenainnamoratodite, si avvicina con fare minaccioso e mi prende il braccio destro pizzicandomelo manco fosse mia nonna, io faccio un mezzo passo indietro terrorizzato in un nanosecondo, e penso già alla pressione dei media su di me il giorno dopo e a mia mamma e mio padre al telefono che vogliono spiegazioni valide. Ma i miei pensieri svaniscono in una nuvoletta, quando mi rendo conto che di fronte a noi, per strada, ce una simpatica pattuglia di poliziotti che forse da quando il mio quasi aggressore si è avvicinato sono lì che si guardavano la scena in attesa di agire.

Mamma adoro. Neanche le Charlie’s Angels. Il mio semi aggressore segue il mio sguardo e si rende conto di essere osservato, molla la presa e diventa il bonone dolce di prima. Sorride tra i denti ma si vede che gli rode il culo. Ed interrogativo urla “Aò, mo nun se po’ chiede manco na sigaretta? Aò ce l’hai na sigaretta da darme? Gliela posso chiede na sigaretta a sto pischello, ma che davero???”. Dalla macchina nessuna risposta. Io caccio il pacchetto e gli porgo una sigaretta. Lui sottolinea ancora una volta il suo concetto, “Ma che davero? Nun posso chiede na siga?”. Io sorrido, anche se sono un misto tra Keisha delle Sugababes appena buttata fuori e le Spice girls riunite nel world tour. Tutte e cinque assieme. Attraverso davanti la volante e il poliziotto, mi chiede “E’ tutto ok?”. E’ lì, in quel momento ho realizzato il mio grande sogno: rispondere ad un poliziotto con un tono spaventato ma tranquillo “Si ageeeenteeeee, (pausa) adesso va tutto bene (pausa, pausa) grazie tante (pausa / semisorriso)”.

Appurato che ero sano e salvo per una volta, grazie all’intervento inaspettato dei poliziotti, ovviamente entrambi bonissimi e dolcissimi; ho optato per non rimettere le cuffie, accelerare il passo e raggiungere il mio posto di lavoro. E iniziare seriamente ad avere un atteggiamento meno gay… oppure semplicemente pensare all’eventualità di smettere di fumare. Anche se in definitiva credo sempre e comunque di averne di bendonde.

3 commenti:

  1. Nooo, Annabelle Bronstein che rischia di subire un attacco omofobo, questa non è una cosa da niente!
    Ma che siamo, tutti in pericolo davvero?!
    Ora uno non può neanche andarsene in giro per strada, con movenze dannatamente pop e classe da vendere senza dover rischiare di essere preso a pugni?!
    Non se ne può più, eh!
    Ma io lo so, in realtà, perchè il tizio si è comportato così: voleva ingaggiare una sfida tra prime donne e vedere chi era più brava a coreografare per strada! Ma sappiamo già chi avrebbe vinto U.U

    (tutto questo per sdrammatizzare. Ovvio che sono contento che non sia successo nient'altro.
    Fiùùù. Pericolo scampato!)

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  2. oddio Annabelle...oddioooo.....sei una rincoglionita. ti rendi conto dell'occasione???potevi finire su tutti i giornali e ricevere la solidarietà di Alemanno e Imma Battaglia la lesbica più venduta del pianeta.
    STUPIDA che non sei altro.
    cmq essere meno gay è un'impresa.
    ricmq ti regalerò il box rosa che la Carfagna ha ideato per tutte le donzelle che vogliono reagire ad un'aggressione.
    Guy

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  3. POP IS NOT A CRIME!
    comunque tesoro torno domani a roma e non vedo l'ora di fare un po di caciara con te!!!
    <3 un bacio Juls

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