domenica 27 giugno 2010

E' arrivato il Gay Village. E non solo



E’ importante sottolineare che la ricerca di un +1 non è una cosa così semplice, come a dirsi. Anzi. Poi se a cercarlo sono io, bè la cosa si complica. Se il week end scorso avevo in testa Totò e pensavo a come conquistarlo, come un provetto ispettore di C.S.I. mi sono dovuto rimettere a studiare tutta la situazione. Se l’espediente faccialibro era naufragato senza risultati interessanti, le chiacchiere al Coming non lo hanno minimamente smosso, ho deciso di cercare di capire se c’era una vaga e remota possibilità di interessargli. Certo vederlo passare tutta la serata a parlare con il Damerino non ha di certo aiutato la mia autostima.



Il Damerino, come dice il nome stesso, oltre ad essere un damerino, è anche un bel topolaus che oltre ad avere un titolo di studio, un fisico scolpito, e sempre l’argomento giusto di cui discutere, però non pareva affatto avere lo stesso interesse che invece Totò palesemente dimostrava di avere per lui. Immaginate io che parlo a Totò, lui che non mi caga affatto, sorride annuisce e si rimette a parlare con Damerino. Mmmm. No. E io a fare da tappezzeria alle fratte del Village proprio non ci tengo. Così la mia unica ed ultima possibilità era quella di darci giù di movenza pop. Dannatamente. Ma poco dopo anche quella è fallita.



Insomma mi era chiaro che a Totò non gliene poteva sbattere una ceppa-leppa del sottoscritto. Accusato il colpo, ma non troppo, però le mie amiche mi facevano notare che Damerino, invece, faceva il provolo e non poco proprio con il Signor Wilson, e che forse anche a lui non ne era del tutto indifferente. Anzi. Insomma, una gran casotto. Intrighi, complotti e movimenti che neanche in una puntata della Signora in Giallo. Così, compresa la situazione ho fatto spallucce e me ne sono tornato su quel dancefloor, a trovare il modo di fare stare zitta la vocalist, che senza un minimo di vergogna continuava a disturbare la nostra serata.



E su quel stra-maledetto dancefloor, ancora una volta, ho convenuto che A il dramma è sempre dietro l’angolo, B sono perseguitato da una jella che manco Rachel Berry e C mio cugino, notoriamente eterosessuale, dall’Abruzzo era davanti a me che se la scoattava con una banda di lesbiche. Non che c’era da preoccuparmi. Voglio dire, si vede che sono frocio. Però non avevo le forze di fare ciance in quel contesto. Proprio no. Così mi sono abbassato e buttato in ginocchio. Giusto all’altezza del pacco de il Signor Wilson. Ma insomma mi ci vedete sul dancefloor del Village che mimo rapporti orali mentre cerco di non farmi vedere da mio cugino?



Le mie amiche però, ancora una volta, mi fanno notare che forse non è così etero. Insomma ha fissato un tipo muscoloso per tipo tre ore e mezza. E mi viene in mente che forse poteva anche starci. In testa mi ritornano le estati a casa sua, con filmini e giornaletti porno. E noi che giocavamo con Federica la mano amica, e qualche volta andavamo oltre. Ma è così semplice? Insomma nella mia famiglia, dal lato di mia madre ho già un cugino gay che vive in Australia però, (anzi convive con il suo fidanzato con il quale ha comprato casa) mentre dal lato di mio padre, non c’era ancora stato nessun’altro oltre a me ad avere interesse per la ceppa. Ma poteva essere gay anche lui?




Con questo atroce dubbio siamo fuggiti. A gambe levate verso casa. Ma prima ci mancava la conclusione degna. Ovvero il Signor Wilson che chiede il numero del Damerino a Totò. E Totò che gli fa brutto. Lì. In diretta. Senza aspettare la pausa pubblicitaria. In quel momento, ho capito, ancora più velocemente che non era più il caso. Non era affatto cosa interessarsi a uno come Totò che non ha la più vaga idea di chi possa essere io. E soprattutto manco gliene frega. Con il Signor Wilson scosso, ancora, per l’infelice uscita, abbiamo ripreso la macchina. E abbiamo convenuto che la notte, ci avrebbe dovuto portare consiglio. O per lo meno un piccolo suggerimento. No?














No.

Proprio nella notte mi sono trovato a pensare alla oramai strapresentatainateprima sigla del Village. E poi anche allo spot del RomaPride2010. Adesso andiamo per ordine. Sia il pride che il village sono organizzati dalla stessa associazione. Dalla stessa persona. Adesso non sto a dirvi quanto io mi possa sentire offeso, e non rappresentato dallo spot del RomaPride2010. Questo non vuol dire che io non segua Amici o Will and Grace. Affatto. Il punto non è questo. Mi potrei dilungare per ore a dirne di ogni a riguardo. Ma vi pongo in essere solo un piccolo tarlo. Si possono spendere milioni di euro per lo spot del Village, e tipo 7 euro per quello di un pride? E poi, la miglior risposta me l’ha data la mia amica Tata. “Questo è quello che succede quando si lascia spazio alle lesbiche. Vi siete fatti ridicolizzare. E non fate nulla. Niente. Ma se non ci pensate voi ai vostri diritti, chi ci deve pensà?”. Parole sagge. Troppo. Che non lasciano spazio a nessun’altro tipo di commento. Io comunque, al RomaPride2010 non ci sarò.


N.b. Perdotane ma lo spot del Village, è così esclusivo che non è su youtube, l'unica cosa che ho trovato è il video dell'anteprima, che be ecco, fa abbastanza cagare. Ma era giusto per rendere l'idea. Ecco. Si.


3 commenti:

  1. Voglio assolutamente passare una serata con te. Cioè a me basta essere lì, invisibile e nell'angolino zitto, ma voglio assistere coi miei occhi almeno per una sera prima di morire alle tue avventure.

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  2. auhauhauhauuahhauhuaha signor ponza, mi lusinghi. e non esagerare, potrei inziare a crederci. ma ci sono ancora sviluppi. e che sto scrivendo con il contagoccia... ;)

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  3. Annabelle, sappi che quando Roma sarà un mio possedimento (e manca poco), tu ne sarai la matrona incontrastata.
    E ora facciamo del sesso orale <3

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