domenica 18 luglio 2010

Le figure di merda di Annabelle Bronstein: il tizio delle macchinette



Qualche giorno fa ero a lavoro, anzi ero imboscatissimo in uno stanzino che fumavo una sigaretta affacciato in un piccolo pertugio detto finestra. Quando nel cortile vedo arrivare il furgone del tizio delle macchinette. Adesso. Non ho documenti fotografici, ma credetemi il tizio delle macchinette è un cazzo di bono devastante inimmaginabile. Avrà si e no venticinque anni. Alto almeno un metro e novanta, Barbetta incolta, capelli rasati, tuta dell’Adidas e t-shirt. Insomma almeno cinque motivi per fargli un’intervista. A onor di cronaca la settimana scorsa quella fottuta macchinetta mi ha rubato due euro, per cui prendo la palla al balzo per avvicinarlo con una scusa più che valida, finalmente.



Scendo al piano zero, raggiungo la sala bar e lui è lì che scarta merendine e sistema lattine e le carica in macchina. “Suppongo che tu sia Annabelle Bronstein???”. Oh cazzo, penso, e chi glielo ha detto (???). Arrossisco di botto. Non so neanche io il motivo. Ritorno in me e lui continua a parlare “Mi sa che te devo dù euri”. Dù euri. Penso. Dù euri. Mamma mia quanto è maschio. Poi ricordo che avevo appiccicato un foglio vicino alla macchinetta con scritto Annabelle Bronstein, rubati due euro, secondo piano. Macchinetta guasta. Mi rilasso e sorrido. Decido di far finta di niente e di approfittare nel guardarlo mentre scarta e rifornisce quel maledetto aggeggio.


“Senti, te do i soldi, oppure vuoi prendere qualcosa?”. Mi chiede mentre apre una scatola di Kinder delice. Io impressionato dalle sue mani enormi, credetemi giganti, neanche capisco cosa mi sta dicendo ed annuisco. Lui si gira prende due euro e me li metti in mano. Il solo tocco con la sua mano mi manda in paranoia. Be io avrei fatto preferito che in mano mi ci avesse poggiato ben altro. Ma tant’è. Metto i soldi in tasca e lo saluto. Proprio mentre faccio questo gesto ricordo di avere una sete devastante. Ma oramai devo andarmene. Decido di perdere altri cinque minuti per dargli il tempo di andarsene così posso tornare a prendermi l’acqua. Così faccio.


Rientro dopo un po’ nella sala bar e lui non c’è più. Ha lasciato solo un sacco di immondizia davanti la macchinetta. Mentre aspetto che l’aggeggio infernale mi sputi l’acqua riaccendo la musica dell’iphone, per l’esatezza “Circus” di Britney. (N.b. Dovete sapere che mentre lavoro ascolto la musica dall’iphone random. Ma dopo aver visto quel manzo colossale avevo bisogno di smignottarmela un po’. Mi sembrava più che doveroso). E ci ho dato giù di semimovenza pop con playback annesso. Quando mi sono reso conto di non essere più solo. Ed evidentemente, forse, non ero solo da un bel po’.


“E te???”. Mi sento domandare. Spengo la musica, mi giro e il tizio delle macchinette è di fronte a me con l’aria interrogativa. Con la faccia bordeaux rispondo la cosa più ovvia che potesse venirmi in mente. “Bè, con questo caldo, mi è venuta sete”. Che poi ecco, col senno di poi la vedo anche come una cosa abbastanza zozza da dire. Lui mi guarda col sorrisino e conclude: “Ma stavi a ballà? Solo?”. Non ho risposto. Ho sorriso. Mi sono girato e sono fuggito a gambe levate. Con la consapevolezza di aver aggiunto una nuova perla alla lista, lunghissima delle mie figure di merda. Ehm. Si. Perché credetemi, è questo quello che ho fatto. Una mega-figura di merda. Si.

1 commento:

  1. Mi dispiaccio della tua figura di merda... ma la prossima volta POSTA UNA SUA FOTO, sgualdrina!

    K.I.S.S. :*

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