martedì 2 novembre 2010

Dolcetto o poracciaggine???


Avete presente questo spigolo? E’ lo spigolo del mio letto Ikea. Troppo basso e troppo in mezzo ai piedi per non sbatterci gli spizzelli ogni giorno. Quasi ogni giorno. Perché ci sono giorni in cui lo spigolo lo vorrei prendere a testate. Giorni in cui non riesco a dare una sequenza logica ai miei pensieri. Giorni in cui mi sono chiesto realmente quali siano le mie necessità. E sono sicuro, che in qualche modo, finalmente io le abbia chiarite. A me stesso, ad Annabelle Bronstein e a chi di solito mi ascolta delirare. Ma il delirio è solo una costante che accompagna le mie giornate. Che si palesa nel momento in cui io, non riesco a comprendere davvero perché alcune persone siano così dannatamente irreali.


Andiamo per ordine. Ho finalmente capito che il Signor Bollore ha un amante. Un amante troppo figo per competervi. Questo non vuol dire che io non mi senta figo. Affatto. Io sono molto figo per quel che mi riguarda. Ma ahimè non sono un Mister Gay Italia, e non ho alcuna fascia che mi cinge il petto. Non ho neanche un muscolo tonico. Ma questo non fa di me un mister qualcosa. Di tonico e allenato spero sempre di avere il cervello. E forse è proprio grazie a questo cervello che ho capito come stavano le cose. E’ servito un altro venerdì sera al Mucca per capirlo. Era palese davanti ai miei occhi, e a quelli di tutta la sala commerciale. Ma non dispero. Forse ho dato ancora una volta importanza a chi non se lo merita.


Però complimenti, fanno proprio una bella coppia. Per fortuna che sono una persona sportiva. Nell’animo. Perché nonostante i miei buoni proposito la mia dieta non decolla. Anzi. Proprio non la sto facendo. E’ forse questo è un altro motivo per cui io non mi voglio bene. Un altro dettaglio degli ultimi venti giorni riguarda il coetaneo assente dei Castelli. Dopo le sue ultime sole avevo deciso di non sentirlo più. Poi però mi sono lasciato convincere dalla Barbara D’Urso che è in me è gli ho dato un’altra possibilità. Abbiamo ripreso a sentirci al telefono. A scambiarci messaggi. Anche questa volta io gli stavo credendo. Ero lì quasi quasi per affezionarmi alla sua voce. Alle sue battute. Alla sua intelligenza.


Ma il lupo perde il pelo. E infatti il vizio di solare era lì, dietro l’angolo, come i drammi. Così siamo passati da un aperitivo che non si è più fatto. Un film, che non abbiamo mai visto. E una cena che nessuno ha mai cucinato. Quando si prevedeva la quarta sola, ho deciso di darci io un taglio, con un sms. Lo so, non si fa. Ma non mi si danno neanche 18457 sole in una settimana. Ed eccolo solo per voi, dopo un giorno di latitanza da parte sua: “Mi avrebbe fatto piacere sentirti e vederti. Ovviamente non è accaduto. E non voglio sapere neanche perché. Volevo dirtelo però”. Secondo voi mi ha risposto? Ovvio che no. Silenzio. E il silenzio di solito è più eloquente e chiaro di ogni altro bel discorso. Però, ve lo dico, lo apprezzato. Molto molto.


E poi veniamo al sesso. Questo mese ho fatto tanto sesso. Ho visto tante persone. Ho rimorchiato molto su Grindr. Su Gayromeo e anche su Bear. Alla grandissima. Avrò visto almeno cinque persone. Tutti e cinque carini. Che si sono descritti come attivi o versatili. E che appena arrivati, bè, erano evidentemente molto più passivi di me. Questo va benissimo, perché praticamente questo mese io sono diventato attivo. Almeno mia madre sarà soddisfatta di questo. Ma tra i tanti incontri deludenti, uno e solo uno è stato esaltante. Il Prof. quello della troppia si è preso un caffè con me. O meglio caffè sta per facciamoci una scopata. Io ovviamente non ho detto di no.


Grazie al cielo, anche la Troppia è finita. Dopo due mesi si sono accorti che non era una cosa tanto fattibile. Ah però. Una buona notizia finalmente. Diciamo che non me ne poteva fregar di meno. Perché ecco con Il Prof. è sempre molto bello fare solo una cosa. Lui ci sa fare probabilmente solo in quello. Ma vabbè cavalla golosa e soddisfatta ad Halloween, la festa di mostri, quindi la mia festa, sono andato al Muccassassina. Adesso io farò in modo che qualcuno del Mucca legga questo post. Perché vorrei fargli delle domande e porre delle questioni che a mio avviso sono molto importanti.


Capisco bene che c’è un Europride da organizzare e ci vogliono li pippi. Ma perché al Mucca devono entrare gli etero? Perché chi ha una fottuta tessera del Mario Mieli deve fare un’oceanica fila di un’ora e mezza al limite della sopravvivenza e vedersi passare davanti una marea di etero arapatissimi, una marea di frociarole parioline, e una marea di trans? Tutti poi che ci passano davanti. Che passano davanti ai tesserati. Questo è sempre stato un mistero per me. E poi perché fa riempire un locale all’inverosimile? Sono tutti quesiti che mi pongo, e che hanno solo una fottutissima risposta. Soldi. Money. Pippi. Dindi. Manderò una mail alla Praitano. Sono curioso, di sentire la sua risposta, se mai ci sarà.


Per il resto, finalmente ad Halloween la sala del secondo piano del Mucca ci ha regalato delle soddisfazioni. La musica era finalmente godibile e ballabile con annesse movenze dannatamente pop che hanno commosso tutti i presenti. Insomma finalmente eravamo tutti: io, Ga, Guy, Ciù Ciù e marito e Mauri. Eravamo del mood giusto. Ma appena arrivato sul quel dancefloor. Appena ho iniziato a scatenarmi, io ho fiutato la Sua presenza. Non ci avevo pensato minimamente che poteva esserci anche lui. Lo avevo talmente dimenticato, che in maniera del tutto sorprendente si era palesato. Sto parlando della Polpetta.


Che per noi, d’ora in poi sarà l’Innominabile. Era lì, più bello di sempre che si scatenava felice con i suoi amici. Qui lo dico e qui lo nego. Era bellissimo. In un secondo mi si è bloccato tutto. Le movenze sono andate a farsi fottere (almeno loro), e il mio cervello si è fissato su di lui. L’unico che a oggi, dopo anni, riesce ancora a darmi un senso. Si perché un senso credo proprio di averlo perso ultimamente. Ritornato in me, come se nulla fosse ho ripreso a ballare. Ho ripreso a fare finta di niente. Anzi. Ho cominciato a fare la stupidah. Si perché quando un animo ferito come il mio, si rende conto che non c’è n’è e soprattutto di aver torto marcio, in quell’istante per sopravvivere alla vergogna devi fare la stupidah.


Insomma in qualche modo si dovrà pur salvare la faccia e andare avanti. Ho far finta di, almeno. Ho cercato di ignorare, ma non riesco proprio a ignorarlo. Insomma a me piace. E forse mi piacerà per sempre. Ma il punto è che il vero schifo l’ho fatto dopo. Uscito da quel posto troppo pieno di gente troppo fuori di testa. Per l’ennesima volta ho buttato dal finestrino della macchina quel minimo di dignità che avevo. Accompagnato a casa Guy, mentre tornavo a casa mia, ho tagliato per il quartiere dell’Innominabile. Come sempre. Il punto è che ho acceso Grindr e lui era lì on line. Pallino verde. Mentre superavamo i semafori la distanza tra di noi diminuiva. 4 km… 2 km… 1 km… Zero. Alla vista di quello zero ho messo le quattro frecce ed ho accostato.


Mi sono acceso una sigaretta, e spento la macchina. Ho abbassato la musica e ho fumato con calma. Con il telefono tra le mani, invaso da una speranza inverosimile fissavo il pallino verde sperando che vedendomi lì, vicino a lui, mi scrivesse. Ho pensato che avrebbe potuto farlo. Ho pensato che ci saremmo potuti fare una chiacchierata rivelatrice e chiarificatrice. Ho pensato che forse avrei potuto rimettere a poste le cose, scusarmi e magari ricominciare da zero. Purtroppo dopo 5 minuti mi sembrava chiaro che tutto ero inutile. Quello che stavo facendo non aveva molto senso. E soprattutto stavo solo sognando ad occhi aperti. Perché lui, non c’era per me. Evidentemente.



Chiariti questi dettagli, questa mattina andare a sbattere contro lo spigolo del letto ha un non so che di giusto. Credo di averlo fatto quasi volutamente. Sono cocciuto. Però ecco, credo di aver segnato un nuovo limite di poracciagine con me stesso. Un nuovo mese è iniziato. Ed ora devo fare in modo che un nuovo me cominci a vivere. In maniera diversa. Insomma, c’è ne davvero bisogno. Soprattutto per me stesso. Non Annabelle Bronstein, lei no, quello vero intendo. Lei domani starà sicuramente meglio. Spigoli del letto permettendo.

6 commenti:

  1. Io a quelli del mucca voglio chiedere soprattutto perché fanno entrare gente ignorante che non sa niente di blog che fanno cultura (anzi, qultura) gay. Ma che gente orrenda. Che etero orrendi.
    E comunque gli spigoli di Ikea sono incompatibili con gli stinchi italiani. Andranno bene in Svezia, dove anche se prendi una botta di mattina poi esci e hai una nazione che funziona e un lavoro ben pagato.
    Ma da noi, da noi sanciscono solo il primo step del rodimento di culo quotidiano.

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  2. Sono pienamente d'accordo. Ovviamente come nn potrei. Ma oramai al mucca nn fanno neanche selezione. Per l'amor del cielo, non voglio mica ghettizzarmi ma fanno entrare davvero chiunque. Credo di essere davvero stufo di tutto ciò. Per quanto riguarda gli spigoli, be' e' giusto così. In Italia cominci la sbattere al letto. Ti da giusto l'idea di quello che sara' la giornata. Lo trovo giustissimo. Nn fa una riga. No?cmq credo di essere una bionda patetica. Si

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  3. C'ero anche io domenica al Mucca. Bhe a dire il vero c'era così tanta gente che alzi la mano chi non c'era.
    Sono entrato in meno di 15 minuti e ho passato quasi tutta la serata dall'alto del privé. Ah e il mio letto non è Ikea e non ha spigoli che mi amputano il mignolino.

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  4. Be' forse eri in lista. Forse sei arrivato molto prima. Io sono arrivato a mezzanotte e sono entrato all'una e trenta passata. Non ho prenotato il privè e mi sarebbe piaciuto entrare anche a me in 10 minuti. Per quanto riguarda il letto, bè, ognuno ha i suoi spigoli. Cmq bel blog il tuo. Finisci tra i miei preferiti.

    AB

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  5. Blog, grindr, romeo, scopate, sul letto ikea, no io ikea no!, mucca, blog, privè, quanto so' figo, che figo il tuo blog. Il mio fidanzato è intelligente. Pure fedele. Blog. Blog. Blog.

    Patetici. Lo so per certo… Ma non abbastanza da non farmi sghignazzare. Se avesse potuto ve l'avrebbe detto pure il diario e pure il televisore e pure l'iphone. Intendiamoci: non per quello che siete, ma per quello che vorreste essere.

    PS: scrivete più lentamente e farete meno errori.

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  6. Ah. Finalmente so' arrivati i bambini cattivi. Era ora. Mo' so contento. E cmq no. Non mi so mai sentito un figo. Anzi. Tutto il contrario!

    AB

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