venerdì 14 gennaio 2011

Come cominciare bene l’anno. Il metrosexual



E’ da un po’ che convivo con l’aspettativa del nuovo anno. Negli ultimi giorni della fine dell’anno passiamo giornate intere a tirar somme e a fare buoni propositi. E questo trovo che sia diventato un passatempo troppo deleterio. Per cui preferisco, farmi solo un buon proposito per questo 2011, ovvero non fare buoni propositi. D’altronde mentre voi eravate chissà dove a far baldoria con chissà chi, io ero su una tazza del cesso a liberare il mio intestino. E’ pure sempre stato un anno di merda del 2010, per cui mi sembrava che avesse una certa coerenza tutto sommato. Ma nel 2011 le cose sembrano avere pressoché lo stesso ordine. Cambio poco una data ecco.


I rapporti si assomigliano tutti. Sembra tutto preconfezionato, prêt à vivre, seguendo schemi uguali e ripetitivi. La voglia di condividere ci ha talmente fottuto le membra che anche i sentimenti sembrano seguire il trend faccialibriano del “Mi Piace”. Che diciamocele, riduce tutto troppo ai minimi termini. Così se a dicembre del 2010 avevo avuto un primo appuntamento interessante, il seguito è che nel 2011 non ci sarà un secondo appuntamento. E questo non per colpa, che sia chiaro. Lui molto carino e simpatico, poco più piccolo di me, ha saputo come smuovere il mio interesse. Cosa che non accadeva da troppo tempo. E io credo di avergli dimostrato la voglia di andare oltre.


L’ho cercato tanto, mi sono fatto sentire, mi sono interessato. Ho provato più volte a concordare un secondo appuntamento. Ma questo si è rivelato tutto inutile. Ogni volta lui, puntuale come un orologio aveva ben altro da fare. E diciamocelo che non mi ha mai considerato oltre al ciao. Per cui ho deciso di lasciarlo indietro nel 2010. Ma nel 2010, ed esattamente alla vigilia di Natale ci avevo lasciato anche il giovane collega. Arrivato durante il periodo festivo dove lavoro io per sostituire i colleghi in ferie sono rimasto subito folgorato dalla sua presenza. Non molto alto, barbetta e capello corto e una voce calda ed eccitante mi hanno convinto che lui poteva essere la mia nuova fissa.


Ho così cominciato, giorno dopo giorno, a cercare di capire quale lato del mondo preferisse. Non mi dava l’impressione di essere gay. Ma neanche il contrario. Mentre lavoravamo insieme però capivo ben poco. Impegnati in lavori simili ma differenti non potevo stargli sempre appiccicato. E il fatto che non fossimo soli complicava le cose. Così, vagamente qua e là durante le giornate cercavo di trovare dettagli convincenti. Di li a poco avrei scoperto che odiava il clero e il Vaticano a tal punto da buttarci una bomba dentro, odiava il matrimonio e per nulla al mondo avrebbe detto un si davanti a un’altare e terzo e molto convincente dettaglio il suo faccialibro.


Perché se un gay sotto mentite spoglie può dire una bugia, il suo faccialibro non te la dirà mai. Scoperto il suo nome fittizio inutilizzato nella parallela esistenza mi sono trovato con ben dieci amici in comune. Dieci. E tutti vagamente omosessuali. Ma la cosa più strana era che con Annabelle Bronstein gli amici in comune erano addirittura ventisei. E tutti con le chiappe chiacchieratissime. Eppure io quel ragazzo non lo avevo visto mai da nessuna parte. Mai in nessun contesto palesemente gaio. I conti non tornavano. Affatto. Arrivata la partenza per la mia terra natia, avevo archiviato tutte le mie speranze, e il suddetto fascicolo con un piccolo tarlo. E se fosse solo un metrosexual?


Tornato a Roma, e rivisto i miei confidenti in una serata scambiamociiregali da Tata loro, descritta la situazione, hanno sentenziato. Era gay. C’erano tutti i presupposti perché fosse della famiglia. Ma io non avevo ancora la certezza. Il giorno seguente, prendo il telefono e chiamo a lavoro con la banalissima scusa di non ricordare il giorno esatto della fine delle ferie. E la chiamata l'ha presa proprio lui. E la sua risposta è stata ancora più shoccante. “Guarda che tu ricominci a lavorare il 7!”. Ma insomma, come poteva ricordarselo? Insomma, io me lo sarei ricordato solo se ne fossi stato davvero interessato. Così, preso da un momento di assoluta euforia ho chiuso la chiamata annunciandogli che sarei passato a fare un salutino.


Appena arrivato davanti a una tazza di caffè ero ancora fermamente convinto di avere una vaga speranza. “Oggi sei proprio distratto, ti scordi in giro di tutto… Ma che hai?” tuona la mia collega entrando e uscendo quasi subito dalla cucina. Rimasti soli io rincaro la dose “Ma che stai a combinà oggi? Io ti faccio pubblicità e tu dormi?”. La sua risposta è stata molto sorprendente e devastante allo stesso tempo. “E’ che oggi sono emozionato. Forse perché ci sei tu”. E mi guarda sorridendo vago. Io divento in un attimo rosso. MMMmmm. No c’è seriamente qualcosa che non va. Ma ci sta provando? Pensa il mio piccolo neurone solitario. Chiudo la conversazione e decido di fuggire di là in un nano secondo.


Eppure ce l’aveva quasi fatta. Anche Guy, noto per il suo cinismo e la sua consapevolezza aveva dichiarato che secondo lui il giovanotto era uno che ci stava. E anche su twitter, molti di voi erano d’accordo. Ma io ero ancora indeciso se fare o meno l’agognato passo. Mi dicevo che però qualcosa non mi convinceva. Non capivo cosa, ma c’era qualcosa che non mi tornava. E se avessi avuto più certezze credi che a questo punto già me l’ero bello che spupazzato. Ma il dramma, come ben sapete, è sempre dietro l’angolo. E infatti attendeva che i suoi occhi, incontrassero quelli della donna dello showbiz (una mia collega) per avere la totale realtà di questo dubbio amletico.


Nel giro di un pomeriggio lui si è invaghito di lei. E questo sotto gli occhi inesperti del sottoscritto. Non che io mi sia strappato i capelli. Affatto. Però una puntina di rodimento di culo lo avuta e come. Insomma tutta questa manfrina appassionata sul tirar fuori argomentazioni palesemente omosessuali e uscite atte a far intendere chissà cosa, per quale cavolo di motivo le aveva fatte? Così, per gioco. A me è venuto anche il dubbio che le abbia fatte per pura vanità. Insomma i metrosexual hanno questo brutto vizio. Riescono a fartela credere, e con molta facilità pure, perché hanno tutte le caratteristiche di checche a cui piace, però, la vagina. Naturalmente.


Ma non mi sconcerta che non mi abbia cacato minimamente, perché andiamo, ci può stare, la cosa eclatante è che lui me l’abbia fatta credere. E mi abbia intortato. E non solo. La donna dello showbiz mi ha anche confermato che lui le aveva detto che secondo il suo modestissimo parere io ero gay. Ma va? Buongiorno. Ma allora se lo avevi pure capito che senso aveva farmelo odorare? Non lo so. Non lo comprendo. Non capirò mai cosa spinge un ragazzo etero a fare movimenti simili. Io resto dell’idea che forse sono etero e non lo so, perché il mondo gay è complicato e troppo interrogativo per i miei gusti.


Così tra pensieri e atti di pure stalking mi sono ritrovato a pensare che effettivamente se lui era stato povero di contenuti, anche io non ero stato da meno. Anche io con la mia smania di sapere avevo oltrepassato il segno. E mi ero totalmente e completamente messo a fare il suo stesso gioco, senza conoscere le regole. La necessità di essere considerato da qualcuno ha fatto passare tutto il resto in secondo piano. Primo errore Annabelle. Errore troppo da 2010 mia cara Annabelle. E prima lezione assimilata. Diffidare sempre da chi ti da l’impressione che ti si vuole scopare e non ti chiede almeno il numero. Quelli che ti si vogliono fare, il numero, te lo chiedono sempre. Sempre.


N.B. Mi preme dire grazie a tutti per i 29.000 contatti. Lo so è poco rispetto ai numeri di tanti altri blog, ma a me sono sufficienti per essere stracontento. E poi gli altri che ne vogliono sapere di movenze pop e valalalasss vari. Ehhhhhhhhhhhh? <3

4 commenti:

  1. Comunque io ancora non sono sicuro al 100%. Sappilo.
    Il mondo è pieno di "vorrei ma mi cago sotto".
    Con questo non voglio alimentare le tue aspettative però, perché condivido in pieno la regola "Quelli che ti si vogliono fare, il numero, te lo chiedono sempre. Sempre."
    Te lo dico io... questo vuole essere solo lavorato per benino... ma ne vale veramente la pena?

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  2. Cara Annabelle,
    i metrosexual sono come il dubstep in Hold It Against Me: è tutta fuffa per mascherare quella certa vuotezza.
    Io propongo un 2011 che mandi affanculo le etichette. Ormai siamo arrivati almeno alla quinta stagione di Sex And The City, dobbiamo crescere, e fanculo a chi resta un ragazzino quando dimostra/ha molti più anni di te (e se non sapessi quanti ne hai non te ne darei più di 19, beninteso).

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  3. Beh, scusa se mi intrometto, ti sei mai chiesta se non fosse bisex? So che per molti la bisessualità è una scusa per mascherare un'omosessualità repressa, ma da "facente parte della categoria" ti assicuro che è possibile.
    Inoltre dopo tutto i miei incotnri inizio a pensare che tutte queste limitazioni sessuali stiano finalmente per cadere ognuno scopa e ama chi vuole e quando vuole. XD

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  4. concordo pienamente con pop...come sempre del resto :) un bacio annabelle,è sempre un piacere leggerti.

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