giovedì 10 maggio 2012

L'avvocato di Piazza Mazzini


Tutto quello che c’è da sapere sulla famoserrima legge di Murphy, è che quando proprio non pensi che una cosa accada, quella succede. E viceversa il contrario. Per cui, secondo questo contorto principio diviene letteralmente improbabile fare previsioni. E se una cosa deve accadere, senza che tu l’abbia mai considerata, quella accade e ti stupisce. Ok, tutto questo contorterrimo preambolo per introdurvi questa simpaticissima storiella di qualche tempo fa. Dopo un’orrenda e pesante mattinata di lavoro, ed un’inutile pomeriggio passato a sentire una psicologa sarda che parla di improbabili teorie, inattuabili nel mio ambiente lavorativo, vengo chiamato a rapporto dal mio mega boss.

“Mi deve fare una grande cortesia questa sera”. Questa sera? Che pizza questo orribile vecchietto con problemi di sciatica pronunciata, penso. “Alle 19 circa dovrebbe raggiungere il nostro avvocato per la causa contro l’assicurazione e dargli tutte le informazioni che servono”. Ecchecazzo penso. Adesso mi ci manca anche il domiciliare dall’avvocato. “Deve andare a piazza Mazzini, ok? Penso che non ha problemi!” Certo, io mica ho una vita inutile e orribile da non vivere. Io sono solo il suo zerbino, sottopagato che deve sbrigarle tutti i suoi inutili e inesistenti problemi. Essere inutile e fuori luogo. “Ok, spero di non fare tardi, allora vado!”.

Fuggo a casa, doccia e scappo verso piazza Mazzini. Zona che adoro e conosco visto che ci ho vissuto per un anno e mezzo circa. E se tutto va come deve andare a breve ci torno. Comunque arrivo, trovo subito parcheggio (incredibile), decido di fumare una sigaretta e accendo grindr per ingannare l’attesa. Noto che dall’ultima volta che ci sono stato c’è stato anche un notevole ricambio. Ma la cose che mi stupisce è che ad un metro da me ci sono ben due persone. Vabbè, non è il momento, sono le 19 passate, finisco la sigaretta ed entro nel palazzo. Al primo piano c’è questo fantasmagorico studio di avvocati, e appena entrato almeno tre di loro stanno andando via.

“Sera, senta io avrei un appuntamento per nome e conto di quell’idiota del mio capo supremo… Mica è tardi?” (ovviamente non ho detto proprio così!). “Certo che no, venga si accomodi qui sul divano, a breve il mio collega la riceverà”. Dice questa sorta di Allie Mc Beal di Crotone. Entra e avverte il suo collega, che però non riesco a vedere dallo spiraglio della porta. Lo studio è tempestato di quadri e drappi che mi sembra l’ottocento in un secondo. Mi metto a giocare a Robot Unicorn per scacciare la noia che già mi si palesa dopo solo cinque minuti di attesa. Che palle. Anche se dall’interno sento solo l’incessante battere dei tasti del pc e pochissime parole.

Venti minuti dopo. 19:45. Decido che ne ho quasi abbastanza. Insomma, che cazzo di palle. Ma ti vuoi muovere avvocato del cazzo di piazza Mazzini? Ma chi ti s’incula. Spazientito e affamato, dopo una giornata nettamente orribile sopra la media. Metto il telefono nella tasca della borsa e spazientito mi alzo per sgranchire le gambe. E finalmente, la porta si apre. Era ora. Escono tre mignotte (d’altronde siamo a Prati) e si affaccia questo avvocato. E valalalasss. In realtà più che un avvocato davanti a me avevo un adone bono da soffocare e svenire all’istante. Alto, castano/semibrizzolato, occhio verde sui 38/40 anni, tonico quanto basta. Sorride.

“Salve, posso?”. “Certo prego! Scusami per l’attesa, ma è stata una giornataccia”, abbozzando un mezzo sorriso ed indicandomi la seduta con la mano. Mi siedo e appoggio sulla sedia affianco a me la borsa. “Si non si preoccupi, è stata una giornataccia!” Concordo sorridendo. Lui in camicia bianca, giacca e cravatta, si libera subito dell’inutile soprabito e mi indica la cravatta sottolineando “Mica dispiace se me la tolgo?”. Per me puoi toglierti tutto come se non ci fosse un domani. “Ma certo, si figuri” dico in realtà! Abbozza un sorriso e comincia a farmi una settantina di domande inutili e noiose su persone, dichiarazioni, cose accadute e assicurazioni. Ovviamente io rispondo prontamente.

Finito l’interrogatorio durato almeno altri venti minuti, finalmente il bell’avvocato si rilassa un attimo. Apre un cassetto alla ricerca di qualcosa. Estrae un pacchetto di sigaretta e tenendolo tra le mani mi chiede se mi da fastidio. “Assolutamente no, solo se posso fumarmene una anche io” rispondo prontamente. Lui annuisce in un sorriso dolcissimo. Io mi asciugo la bava alla bocca. E con la coda nell'occhio, immaginate dove cade la mia attenzione? Sul suo pacco, ovviamente, visibile per via della scrivania di vetro. Ma subito cambio direzione. Insomma, ci manco solo che mi sgama. Mi accendo la sigaretta e lui si alza per avvicinarmi il posacenere. “Comunque puoi darmi anche tu del tu, sei così giovane…” dice, e mentre si risiede non può fare a meno di ravanarsi il segreto Augello.

Sorrido. E comincio a preoccuparmi. Quest'uomo spruzza ormonella da tutti i pori, ed io comincio a dare di matto. Come sempre. Intanto si risiede e rilegge tutto quello che ha scritto al pc. Io cerco di concentrarmi, ma l’occhio ricade sempre sul suo packaging interessanterrimo. Lui se la legge e fuma, e poco a poco inizio a sentire caldo. Ecco sono una zozza, sfigata e orrenda. Finisce finalmente di leggere questo cazzo di verbale e zac. Un’altra ravanata al pacco. Ma perché, mi chiedo al limite di una crisi epilettica? Quando, finalmente, inaspettatamente e sorprendentemente avviene la svolta.

“Ma lo sai che hai un viso conosciuto?” mi dice aggrottando le sopracciglia perfette che io leccherei all’istante. “Ma, non so.” Rispondo con poca sicurezza. Insomma mi sarei ricordato di un toro del genere. “Si eppure io sono convinto di averti visto da qualche parte… Non ricordo assolutamente dove però”. Io non rispondo. Esito, non so che dire. Insomma ma dove mi hai mai potuto vedere. Proprio in quel silenzio, mentre attendeva una risposta da me, il dramma si palesa come se non ci fosse un domani. Come se ci fosse solo la fine. Dal mio telefono arriva un messaggio su grindr, con il suo indiscutibile e riconoscibile suono. Io rimango vago, ma un ghigno si disegna sul suo volto.

“Ah. Ecco, adesso ci sono. Adesso ho capito tutto”. Io non oso immaginare. E non voglio immaginare che sia così. E invece. “Ho visto la tua foto su grindr, quel suono è inconfondibile.” No vabbè. Lo guardo seriamente, prendendo il telefono: “Dove? Ma non so proprio che cosa intendi”. Falsa come le mille lire, sblocco il mio iphone, e di conseguenza apro l’applicazione e lì a un metro di distanza la foto di un petto tatuato e villoso. Pallino verde. Ussignur ma è proprio l’avvocato che ho di fronte a me. E zac, nuova ravanata a quel pacco devastante. Che visto così, bè ecco, era molto più grande di prima.

Insomma mi stavo mettendo nei guai. Di lì a poco, la legge di Murphy di cui sopra trovo pieno compimento. “Guarda che non c’è niente di male”. Io diventavo rosso. Ma l’ormonella stava arrivandomi alle orecchie. “Io non ti capisco. Cos’è non hai le palle?”. Mi chiede. “Ma no, non è questo. Che discorso è poi questo, che c’entra?”. Rispondo cercando di calmare le acque. Insomma, non ero molto in vena, come forse ben sapete. E invece, no. Perché il mio interlocutore era in piedi intento a scartare quel suo pacco sottolineando, seriamente, “Vedi, io le palle le ho!”.

E che palle. Delle grosse enormi palle, contornate da un’enorme ed eretto pene. Insomma. Non avevo davvero parole. E infatti avendole finite, sono passato ai fatti. E che fatti. Prima ci siamo baciati a lungo, per poi passare a grandi acrobazie nel corridoio. E sul divano della sala d’aspetto. La cosa più sorprendente è che ha tirato fuori da un cassetto preservativo e lubrificante. Organizzaterrimo. E bè poi non credo ci sia da aggiungere molto altro, se non che finalmente ne abbiam fatte davvero di ben donde. Finito il circo, però ci siamo dati appuntamenti il mese prossimo, perché in fondo, dovrà farmi sapere cosa risponde l’assicurazione. Ed io, muoio dalla voglia di saperlo. Assolutissimamente.

18 commenti:

  1. no vabbè. un mio sogno erotico che si realizza!

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  2. Gli avvocati ce l'hanno sempre grande :-Q______

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  3. Oh jesus christ, un po' il sogno erotico di tutti! fossero tutti gli avvocati come lui...

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  4. Tu mi fai morire. Sei troppo un mito. Anch'io voglio essere Annabelle Bronstein!

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  5. Non so perché ma mi ha ricordato la puntata in cui Samantha scarta il pacco del postino. Solo che questa versione ha l'upgrade.

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    1. Racconto di fantasia?

      Dovreste sapere tutti che quello che scrivo è sempre realmente accaduto. Solo la foto inserita non corrisponde totalmente all'Avvocato. Ma sapete bene che non potrei mai pubblicare una foto vera, senza previa autorizzazione. E cmq, perchè dovrei mai scrivere cose finte???

      AB

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Qualcuna si sente punta nel vivo?
    E vabbè dai..

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  9. Assolutamente no, non mi sento affatto punto sul vivo. Ma non capisco perchè tu puoi scrivere e insinuare cose, ed io non posso risponderti. Cmq se dare ulteriori spiegazioni alimenta insinuazioni del genere, no problem. Ognuno pensi ciò che vuole. Rimango male perchè non pensavo potessi pensare questo di me. Tutto qua. Però forse meglio così...

    AB

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  10. E' giusto un pelo inverosimile. Ma giusto un pelo. E' tutta questione di quanto si vuol spostare il confine della "narrazione" in un blog, poi una si può fare figa con tutto, compresa con parti gemellari della più sublime fantasia, tutto qui.

    Cmq non conoscendoci dal vivo, scusa ma non vedo particolari vincoli nel esporre chiaramente quello che penso (che è anche il grande elefante della stanza, a quanto pare) poi se questo è offendere, bhe, allora che sia. In ogni caso qui l'unica cosa offesa pare il tuo ego, sgonfiato nella bufala..

    Poi se tu, daVVero hai tutta questa grazia di dio, buon per te, certo la mia critica non ti scalfirà affatto, mentre ogni crepa si stagliano infinite code di paglia.

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  11. Dunque. Non ho alcun bisogno di farmi figa. Non mi ci sento. Non lo sono mai stato. Racconto solo quello che mi accade. Punto. In ogni post cerco di essere il più sincero possibile. Posso variare nomi, o luoghi, oppure essere volutamente impreciso. Puoi esprimerti e dire quello che meglio credi, come vedi io non cancello nessun commento. E soprattutto sei tu che hai parlato di offendere. Io non mi offendo mica. Ci rimango male. Ma anche questo forse è troppo. Poi, nella fattispecie, a me piace solo essere chiaro, e mettere i puntini sulle i, e fino a prova contraria questa è casa mia. Liberissima mia cara di digitare altro, a questo punto. Ma fidati, che il mio ego è ancora sano e salvo, soprattutto perchè, grazie al cielo ho ben altro a cui pensare. E puoi star serena che qui le infinite code di paglia proprio io non le ho. Anzi. Comunque ripeto, no problem, e fino a prova contraria se tu che mi definivi amica, e mi citavi proprio sul tuo blog http://sorellajcfanclub.blogspot.it/search/label/Annabelle%20Bronstein ma ripeto, questo non vuol dire nulla. E teoricamente, se proprio vuoi mettermi in dubbio, teoricamente in ogni post potresti trovare qualcosa... ma va bene così!
    Ciao
    AB

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  12. Contenta che tu segua il Convento. Io ti ho citata il quel post perchè non scrivo cose d'altri senza citarne l'autore. Poi il termine è grazioso, come me d'altronde; pareva sconveniente dire "conoscente su internet", siamo pur sempre signore.
    In ogni caso allora sarò lieta per le grazie che God Gaga pare riservarti.

    SJC

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    1. Io non vedo davvero perchè AB dovrebbe mentire. E la coda di paglia ce l'hai tu, dato che il tuo blog è un'inutile sfilza di occasioni perse o palesemente irrealizzabili.

      nonostante tu ti creda chissá che (e non lo sei, questo è poco ma sicuro), ci sará sempre qualcuno che ha piú successo di te, o che sa mettersi nelle situazioni giuste. L'unica persona offesa qui sei evidentemente tu, e spero che questi mesi di BUIO siderale prima o poi finiscano, perchè il tuo blog (e la tua vita) ne stanno purtroppo risentendo (nessuno piú commenta e tu non rispondi neppure ai commenti).

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