venerdì 1 aprile 2011

Nuove consapevolezze?


Avevo già ampiamente affrontato il discorso su twitter, e per me era un capitolo chiuso. Ovvero avevo dichiarato profondo odio per mia cugina che ha un blog di cucina molto più seguito del mio. Naturalmente l’avevo ricoperta di ingiurie e insulti di ogni genere. Insomma la cialtrona che era in me era ufficialmente uscita allo scoperto. Ma credo di odiarla solo perché è mia cugina e perché in fondo tra noi non c’è mai stato questo gran rapporto. Poi avrò anche pochi lettori, ma me li tengo ben stretti, e sono pienamente soddisfatto di tutti loro. Ma l’altra mattina, dopo quasi dieci ore di sonno, mi sono alzato e sono andato in cucina. E lei, la sua macchina fotografica digitale, sei sue lettrici affezionate e mia madre erano tutte indaffarate a preparare una torta.


Immaginate la mia faccia. Di primo acchito era scambiabile per la diarrea di un rottweiler. Che aveva mangiato da Mc Donald’s, naturalmente. Oltre al pigiama e a tutto il resto. Mia madre è caduta dalle nuvole. Come sempre, in questi casi, “Uh, ma ti sei svegliato? Aspetta che faccio il caffè... Queste signore sono amiche di tua cugina che ha un coso su internet dove mette le ricette, con le foto, e oggi è venuta per mettere la mia ricetta sul suo… Blog? Capito?”. E mia cugina, quasi per spiegarmi cosa fosse un blog, si è sentita autorizzata ad aggiungere: “Sai è come un sito internet, solo che ci scrivo io, quello che voglio. E loro sono le mie lettrici più accanite. E’ davvero una cosa divertente, non so se sai di cosa si tratta!”


Sfigata. Secondo te devi venire a spiegarmi che cosa straminchia è un blog? A me? Una che ha un blog pazzesco come questo? Porella. Ho deciso di non rispondere e ignorare lei e le sue belzebù. Abbuffatomi di schifezze e caffè mi sono reso conto per la prima volta di quanto mia madre sia ingombrante. Non fisicamente. Parlo del suo ego. E in fondo io ho ripreso in tutto a lei in questo. Basta darle un minimo di considerazione ed è fatta. Te la sei ufficialmente giocata. Mia madre ha una bella casa, un marito che nonostante le scaramucce normali in una coppia, la ama, due figli quasi totalmente realizzati, le manca solo aver girato il mondo. O comunque aver vissuto almeno per un po’ fuori da Chieti.


Cosa che invece io ho fatto appena laureato. La grande fuga. Quattro anni fa infatti, giorno più giorno meno sono partito per Roma. Inutile sottolineare che in quattro anni io sono cambiato, e tanto, ma anche gli altri che stavano intorno a me. Siamo cambiati, proprio perché era inevitabile. Abbiamo fatto cose pazze, cose belle, cose pericolose e anche una sacco di bei topoloni. Ci siamo dovuti confrontare con problemi più o meno seri, i chili di troppo e il rispetto per gli amici. Abbiamo pianto di gioia, e riso per nervosismo. In qualche modo, siamo cresciuti. Ci siamo evoluti. E quando un periodo si chiude, in qualche modo lo senti. Quando le cose che stanno intorno ti cominciano a stare strette, senti che arriva il momento di rimetterti in gioco, rimescolare le carte e provare a giocare una nuova partita.


Insomma, senti il bisogno di provare a cambiare, un’altra volta, e migliorarti. Perché è fisiologico per ogni essere umano migliorare se stessi. E forse anche per me, quel momento è arrivato. Si, tutta sta manfrina di quasi una pagina per dire che forse è il caso di rimettersi in gioco, e provare a cambiare lavoro e ad avere qualcosa di meglio. Ancora non vi ho mai parlato del mio lavoro. Tutti voi sapete che sono un’addetta alle pubbliche relazioni. Ovviamente non è vero. Ma nei prossimi mesi vi aprirò anche questo lato di me. Per raccontarvi altre storie, e per essere pienamente sincero. Nei mesi che verranno mi aspettano viaggi e colloqui, città nuove e un’unica certezza: se il nuovo lavoro andrà in porto dovrò lasciare Roma.


E’ questo è il punto cruciale e allo stesso tempo drammatico. Roma. Una città magica, bella, vitale e fonte di ispirazione perenne per me, che ho scelto come mia città potrebbe non esserlo più. E per un lungo periodo anche. Ma io sono veramente pronto a staccarmi da Roma? A lasciare le mie amiche e le persone che ho conosciuto e vissuto in questi quattro anni? A ricominciare, da zero ancora una volta e forse per almeno cinque anni? E soprattutto dove? Reggio Emilia, Verona, San Benedetto, Ancona, Bologna o Milano??? I dubbi, le incertezze, la paura. Tutto si materializza di nuovo nella mia testa, dentro di me, a dar noia a quel povero piccolo neurone. Ma io sono davvero pronto? Lo sono davvero? Bene. A voi, l’ardua sentenza.


9 commenti:

  1. No Annabelle, non lasciarci. Roma senza le tue movenze pop sarebbe vuota.
    Fermo restando che, ovunque il fato ti porterà, le tue amiche saranno con te e verranno a farsi dei ricchi weekend.
    Detto questo, ci dai il link al blog di tua cugina? :-)

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  2. Beata te, anch'io sto passando una fase di "cambiamenti" e quello che mi ci vorrebbe è proprio un bel trasferimento ma non è facile quando i money scarseggiano. Qualsiasi decisione prenderai buona fortuna ;)

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  3. @popslut ne sparleremo in privato. non mi va che diventi ancora più famosa di quello che è gia. insomma, nn se lo merita. e cmq, spero davvero che le cose vadano per il meglio.

    @Zen Clandestino: bè non credere che io navighi nell'oro. Cmq se mi trasferisco e a fronte di un nuovo lavoro. Anche se credo che manchi ancora un bel pò di tempo. Però devo pensarci seriamente.

    AB

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  4. A Milano sai già che puoi contare su qualche amico virtuale che poi non lo sarà più ;) (Virtuale intendo, eh)

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  5. Giada non approverebbe un tuo trasferimento. E anche io.

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  6. Io ho lasciato Roma poco tempo fa prima per Dublino e poi per Milano, e sai cosa? Roma è bellissima. è la città in cui siamo diventati reali. è un luogo fantastico. talmente tanto fantastico che ti inonda, ti travolge, ti riempie e ti sconvolge. e quando quei pochi giorni all'anno ti distrugge, lo fa davvero. Roma è un posto dove capita spesso d ricominciare davvero da zero, e qualche volta è bello, ma poi stanca. non so io ho un rapporto conflittuale con questa città. la amo alla follia ma son dovuto andare via!
    Secondo me comunque non esiste un luogo migliore in cui vivere se non nella propria vita, quindi qualunque sia la città sarai pronto se tu lo vorrai! :) a milano c'è pure PINK, e magari è la volta buona che ci conosciamo !:)

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