giovedì 23 febbraio 2012

Ciliegie

Spoiler: Il prossimo post è una mattonata sulle palle.
“Che hai fatto?”
“Niente, mamma”
“Non mi dire bugie. C’è qualche problema”
“Oh. Ci sei?”
“Mamma non ho fatto niente. Sono solo scazzato”
“Hai questo tono di voce da quando sei tornato da Milano. Che c’è che non va?”
“Niente. Non ho fatto niente”.
“Vabbè questo weekend veniamo a Roma.”
“Mamma se vuoi venire per farti un giro, non ci sono problemi. Ma non mettere le mani avanti. Non ho problemi, va tutto come sempre. Sono solo un po’ scazzato. E tu stai contribuendo. Ok? Ora scusa, ma sono a lavoro. Ciao”.

Mi sembra chiaro che non sia necessario aggiungere altro. Mia madre ha il fiuto di un cane da tartufi, e non passa occasione per farmelo presente. Quando ero a casa le nostre conversazioni non andavano oltre il “Che hai fatto?”. Per tutti gli anni dell’università io non ho mai risposto più di tanto. Anche perché uscivo la mattina alle 6 e tornavo la sera per cena. E poi dormivo. Per quasi tre anni e mezzo di università non ho fatto altro. Il sabato uscivo, quando non lavoravo. A rivedermi oggi devo ammettere che sono stato anche un figlio modello. Nonostante tutto non ho pesato chissà quanto.

Ricordo la rabbia con cui mi scagliavo contro di lei. E appena finivo di vomitarle addosso la mia rabbia mi pentivo e anche subito. Mio padre invece era sempre stato esonerato da tutto ciò. Due infarti e quattro bypass coronarici sono sempre stati utili ad evitargli le mie nevrosi. E’ tutt’ora principalmente questo il motivo per cui non ho ancora fatto coming out a casa. La paura che mio padre possa sentirsi male. Poi, dopo la laurea tutto è cambiato. I miei si sono rilassati. Io mi sono rilassato. Per un po’ me la sono goduto. Il primo di tutta la famiglia che si laureava. Pensate un po’.

Poi dopo una settimana ho fatto fagotto e mi sono trasferito a Roma. Di lì a poco i nostri rapporti sono inesorabilmente cambiati. I miei mi ascoltavano. Mi rendevano partecipe di problemi, e decisioni che prima non mi sfioravano neanche lontanamente. E lì ho iniziato poco a poco a rendermi conto di quanto fossi importante, nonostante la mia assenza. Il 2007 è stato il mio anno più felice. Per tanti motivi. Da lì la teoria che io ho un anno buono ogni sette anni. Per cui il prossimo dovrebbe essere più o meno il 2015. Che culo è. Che teoricamente neanche ci sarà se i maya ci hanno azzeccato.

Scusate mangio un oro ciok. Da quando il Pim li ha messi super scontati è davvero la fine. Non mi ricordo il senso di tutta questa lunghissima e sdolcinata introduzione sinceramente. Ma forse neanche vi interesserà. Ah ci sono. In realtà quello che volevo sottolineare è il cambiamento. Tutti cambiano. Fisicamente. E sicuramente anche caratterialmente in qualche modo ci evolviamo. L’essere umano si adatta. Si evolve. Il mio tarlo nel cervello è proprio questo: io mi sono evoluto? Io mi sono adattato?

Le risposte che mi sovvengono sono NO. E ancora NO. Anzi invece di farmi forte, credo di essere ancora più fragile e vulnerabile di qualche tempo fa.  Sono aumentate le paranoie. Le crisi. Le voglie. E nonostante due psicologhe (naturalmente fatte fuori perché ho litigato anche con loro) sono sempre più convinto che sono sempre di più la persona sbagliata nel posto sbagliato. Lentamente mi sto spegnendo. E non sto facendo niente per evitarlo. Cerco di tirare avanti e far finta che quello che mi succede (per lo più niente, basta contare i post) in realtà non accada davvero. Ma non è così. E lo so da me.

In realtà, mi sto lentamente e inesorabilmente riempiendo di acido. Cosa comune che accade a tantissimi gay. A me accade anche prima del previsto. Eh si. Mi duole ammetterlo. Ma è così. Una volta mi svegliavo felice. Anche se ero lo stesso identico sfigato che sono oggi. La differenza è che oggi mi sveglio triste. E forse io ho capito dove sta l’inghippo. Mi sono chiuso. Troppo. E mi sono chiuso anche a me stesso. Sono arrivato al punto di sentirmi talmente solo che evito persino di parlare. E ad alcune persone a me vicine non riesco proprio a far capire i miei pensieri/sentimenti/scazzi.

Le persone con le quali riesco ad essere totalmente me stesso si riducono a non più di due. E ciò non mi aiuta. Per niente proprio. Se ci mettiamo che una di queste vive a chilometri da qui (207 per l’esattezza) il quadro è più che completo. E nonostante viviamo nell’era della comunicazione telematica sto pensando seriamente che faccialibro, e anche twitter non aiutano. Anzi. Mi destabilizzano ancora di più. Non penso sia normale incazzarsi come una iena per ciò che non ti viene scritto da qualcuno su twitter. Ma forse è anche per questo che non sto bene.

Vivo perennemente in attesa di qualcosa, che non accade. E invece che andare oltre, mi deprimo e chiudo. Chiudo sempre di più. Il problema reale sapete qual è? Se inizi a fingere che va tutto bene, quando invece dentro stai davvero male e prenderesti a capocciate qualsiasi muro nel raggio di 20 cm, e non sfoghi mai, dove stracazzo vai a finire? Io non lo so dove sto andando. Ma so dove non voglio arrivare. Però non posso neanche fingere a me stesso. Qual è la conclusione? Non c’è, per ora. Metto un punto e nel prossimo post vi racconto, spero, qualcosa di più allegro.

Perché se continuiamo così, più che il Pisello Odoroso, finisce che il Pisello si smoscia, ed io manco a dirlo mi so smosciato già. E non so vuoi ma io ho voglia di ciliegie. Cosa c’entrano le ciliegie? Non lo so, ma le ciliegie sono come i cattivi pensieri, uno tira l’altro. Ecco.

12 commenti:

  1. Ma no, amore su!! ci pensa la tua groupie a farti star meglio *_*

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  2. Il problema è che quando si finge iniziamo piano piano a credere profondamente a tutte le bugie che diciamo,un pò perchè sembrare felici è più semplice che spiegare perchè si sta male o ci si sente stanchi,ma non stanchi fisicamente io direi stanchi dentro,è una stanchezza che non passa subito,e adesso anche solo provare a sorridere o cercare di essere sereni è un grande sforzo..e poi la voglia di parlare è proporzionale alla vitalità di un bradipo...ma credo che sia solo un periodo di passaggio,un momento di letargo che con un pò di fortuna se ne andrà presto a fanculo...detto questo vado a farmi un meritato thè...baci

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  3. Sarebbe molto bello riuscire ad espellere i cattivi pensieri come si espellono le ciliegie...
    Unusualrm :)

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  4. No, no e no. Vorrei ricordarti, caro il mio vicino dic asa, che per comprare le ciliegie dovresti poi passare (data l'inevitabile legge di Murphy) dalla cassiera malefica di Pim.
    Fatti due conti.
    :)

    Novo

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  5. Anche se ti conosco solo immaginandoti tra le righe del tuo blog già sei più fortunato di me: hai una famiglia che ti sostiene, vivi e hai vissuto in grandi città, sai dove vuoi arrivare, io tutto ciò, non ce l'ho! Mai avuto.

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  6. Sono passati venti anni esatti. Era il 1992, e io ero a un passo da un crollo. Che poi, come si sarebbe manifestato questo crollo mica lo sapevo... un esaurimento nervoso, un tuffo sui binari del metrò, un lento spegnersi fino ad abbruttirsi... l'unica cosa che sapevo era che stavo per raggiungere un punto di non ritorno.
    Non era successo niente di straordinario. Avevo 23 anni, e ormai da 5 stavo cercando una strada da seguire, e soprattutto qualcuno con cui percorrerla. Ero in una grande città (dove vivo ancora adesso) e le occasioni di conoscere gente non mancavano. Ma, malgrado tutta la buona volontà, avevo trovato solo persone sbagliate. Non necessariamente cattive, ma sbagliate. Alcuni stronzi che si sono approfittati della mia ingenuità... o dovrei dire meglio "della mia necessità"... ci si sono infilati e mi hanno rubato qualcosa. Altri che non hanno potuto aiutarmi più di tanto. Uno in particolare, un etero che ho molto amato, e che poi mi ha ferito in un modo brutto... vabbè.
    Da tutte queste storie mi ero sempre risollevato. Poi, nella primavera del '92, frequentavo N., ufficialmente etero ma forse neanche tanto. Anche se oggi è padre e marito esemplare. In ogni caso, allora mi voleva bene, ma era troppo vigliacco per ammettere (a se stesso) che non era stato a causa della vodka che ci eravamo abbracciati e accarezzati a torso nudo sul mio letto. O forse era solo stupido, non so. Il giorno dopo lui fece finta di niente, e io non me la presi più di tanto.
    Non è stato a causa sua che sono crollato psicologicamente. Lui, in fondo, non era così importante per me. Gli volevo bene, ma sapevo che per me lui era come un pezzo di legno dopo un naufragio: mi ci ero attaccato per non andare a fondo.
    Quel giorno decisi di staccarmi anche da lui, e di andare a fondo.
    Passarono mesi, fatti solo di sopravvivenza. Aspettavo il punto di non ritorno. Ogni mattina, appena sveglio, mi chiedevo: sarà oggi? E' questo il giorno in cui impazzirò?
    Un giorno di ottobre, invece del crollo, è arrivato quello che ancora oggi è il mio uomo. E' diventato parte di me senza che io lo volessi. All'inizio, al contrario, non lo volevo: non era per niente quello che aspettavo, non assomigliava per niente a quello che avevo cercato fino a pochi mesi prima.
    Non lo avevo riconosciuto.
    Ma lui è stato capace di pensare e di agire per entrambi. Mi è diventato necessario, e lo è ancora, dopo venti anni.
    In un certo senso è stato lui il mio punto di non ritorno.
    Io ho avuto un gran culo a trovare lui. O meglio, a "farmi trovare" da lui. E' stato solo merito suo se è successo quello che è successo. Io mi ero arreso. Per me, me ne sarei rimasto li, a spegnermi.

    Vedi un po' cosa puoi fare. Cambia tutto se serve, manda affanculo tutti. Risollevati.
    Un bacio.
    T.

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  7. Mi sembra di leggere me stessa. Più vai avanti e più è dura.
    Quello che vogliamo è poco, ma evidentemente nell'universo gay è cosa strana, minoritaria e perversa...la coppia dico. Il famoso +1, +2 o +1ei 1/2. Tutti vogliono solo "divertirsi", come se andare di fellazio al primo trovato sia divertente, ma soprattutto temporalmente sostenibile e spiritualmente appagante.
    Trovare un manzo come si deve, ma anche solo un pezzo di costata, di questi tempi è cosa rara, e te lo dice una vergine che non sa in che modo levarsi sto giogo senza dare via con il culo/cazzo anche l'anima, one shot e via!
    E anch'io non ho molti con cui essere me stessa, e devo giocare al piccolo etero e al bravo figlio felice, ma durerà? E quanto?
    Tutto quello che voglio, se non un ragazzo, è un nuovo mascara, ma non ho neanche un lavoro, e questo, almeno fino ad ottobre (data del probabile inizio del mio dottorato) è un dramma che mi sta mandando fuori di testa.
    E anch'io, parlo all'anonimo, ho vissuto la grande città, ma quello che conta è l'animo; io ero lì ma non ero pronta...o meglio, la città mi ha svegliato, ma ormai ero già tornata a casa.
    E ora sono una milanese nella provincia veneta, tra gay leghisti e il trash&chic che pare il massimo della vita.

    Sarà stupido ma io sogno ancora la mia villa veneta con festino burlesque nei toni di Eyes Wide Shut! E mal che vada me ne andrò elegantemente, vestita come una bambola piena di lexotan con su "I wanna dance with somebody" e una lacrima che scende sulla mia ormai rugosa guancia.

    Un bacio dalla futura ottantenne,
    SorellaJc.

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  8. Incerto che possa esserti d'aiuto ma incapace di non farlo, ti abbraccio forte forte e ti tengo così stretto finchè tu lo vorrai <3
    Bacio

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  9. Annabelle, le ciliegie sono come i cattivi pensieri, uno tira l'altro?
    Le ciliegie hanno una polpa ed un nocciolo: sputa il nocciolo e tieni solo la polpa!
    Un abbraccio, stai su.

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  10. Ciao, scusa ma non so come raggiungerti via email. Sei davvero una persona molto interessante complimenti. Ti chiedo una cortesia: ho inserito un commento in questo post http://pisellodoroso.blogspot.it/2011/04/la-tuta-e-tutto-cio-che-comporta.html per favore puoi cancellare la mail? mi arrivano un po di messaggi indesiderati. Guarda l'ultimo commento. Molte grazie in anticipo. Pippo.

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  11. Fatto! Però caro Anonimo dell'undici aprile, mica è di classe scrivere la mail nei commenti di un blog. Blog dichiaratamente gay poi... Anyway, Amy Winehouse, ho cancellato il commento.
    Ciao, tua AB

    ;)

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  12. Che fare quando si sta così...tu due mesi esatti dopo, cosa hai fatto? baci

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