martedì 21 aprile 2009

Tutti, ma proprio tutti al coming out!



La vita è davvero strana. Ci sono giorni, in cui vaghi per la città alla ricerca di quei ragazzi carini che ti fanno battere il cuore. E ci sono certi giorni, in cui tutti quei ragazzi carini si danno stranamente appuntamento al Coming Out. E così se domenica sera io ero ancora sotto un treno per aver visto la Polpetta che se la spassava al mucca, appena giunto in via San Giovanni in Laterano non ho potuto fare a meno di vederlo, con un nuovo hairdo davanti il coming. Ovviamente non ero solo, al mio fianco la Du Barry e Guy. Eravamo stati prima da Crudo, e poi ancora brilli abbiamo preso d'assalto il Colosseo. Ma l'assalto sarebbe dovuto ancora arrivare. Eh si. Comunque io ho subito deciso di prendere dell'alcool, e tentare un fantomatico approccio. La Polpetta era lì, che ovviamente recitava la parte di quello che non mi aveva visto e faceva finta di fare una telefonata. Io già volevo votarlo ai Razzie Award come peggior attore non protagonista. Il migliore ero io, ovviamente. Perchè se è vero che sono Annabelle Bronstein, e altresì vero che sono uno stronzo di natura. Per cui, ho assolutamente fatto finta di nulla, e forse molto meglio di lui. Poi si è spostato, quando ha visto che io, e le mia armata con movenze pop e gridolini eravamo più vicini di quanto egli poteva prevedere. Io non mi sono mosso. Mi sono spostato solo all'arrivo de La Rouge e di Ciùciù. Avevamo tutti i piccanti dettagli del venerdì sera da chiarire. Quindi lascio Guy e la Du Barry allo scalino del coming e raggiungo gli altri in mezzo alla strada. La Polpetta mi nota, sorride e sussura un ciao, io disegno cuori nell'aria manco fossi un orsetto del cuore. Poi comincio il mio dettagliato racconto a La Rouge. Ma non finisce. Arriva il Prof. Il Prof. mi sorprende alle spalle, con altre vecchie conoscenze, io sorrido, saluto, annuisco, mi allontano momentaneamente da La Rouge e Ciuciù e mi perdo in inutili smancerie. Poi il Prof. mi ricomunica che secondo lui sono più bono del solito, e che me ne farebbe di ben donde proprio lì. Io non rispondo. Penso solo che il suo tempo è andato, e mentre fiero e soddisfatto di me accenno quasi una delle mie danze della felicità, un gigantesco iceberg, di proporzioni sconfinate all'occhio umano, si abbatte su di me: "ICEBERG, DRITTO DAVANTI A NOI! Punta la barra a tribordo, VIRA VIRA VELOCEEEEE" E intorno a me, "INDIETRO TUTTTAAAAA" Uno sciame impazzito di vocine "TUTTA LA BARRA!" "ASPETTATE...ASPETTATE....ASPETTATE....Adesso attivare il motore dimensioneeeeEEEEEEEE!!!!!". "Sbrigatevi non cè tempooooo.... Attuare inversione di marciaaaaaaaa". La Polpetta è davanti al Prof... "SI SCHIANTERAAAAAAAAAAAA'''''''!!!!!!" Lo avvicina, lo saluta. "CRISTOOOOOOOO SANTOOOOOOOOOOOO". Si baciano. E poi, bacia me. "Tutto a bà bordo". (Sulle guance ovviamente). Io barcollo, lui si allontana, dopo quello scontro diretto non riesco a capire se quello che ho visto era frutto di un incubo oppure della pura e nuda realtà. Lentamente l'ossigeno ritorna al cervello, cerco di guardarmi intorno, di stimare i danni. Sembra tutto ok. Ma non posso rimanermene nella mia assoluta cecità. Devo sapere. E domando: "Prof. come fai a conoscere quel tipo?" Dico senza mezzi termini. E lui: "Sai sto ragazzetto è di..." Ma io lo interrompo, "La storia la conosco. Dimmi la verità, ci hai scopato?". Lui sorride. Quel sorrisino basterdello che io non sopporto. E dice di no, secco. Io rimango con una mimica interrogativa, perchè non sono soddisfatto, e lui sentenzia: "No, non abbiamo fatto nulla!". Bene. Ora va un pò meglio. Poter pensare che il Prof. e la Polpetta abbiano potuto far cose, be mi avrebbe spinto nell'immediato a buttarmi nei vecchi spogliatoi del Colosseo che danno sul coming. Ritorno da la Rouge e Ciuciù e raccontato lo scontro con l'Iceberg riprendiamo le fila del discorso mucca venerdì 17, e decidiamo di fare quattro passi, ma subito mi incontro con uno dei Bravi. Il Bravo, è detto così perchè vive a Roma, e secondo lui a Roma splende sempre il sole, ci sono le margherite, e tutti vanno d'amore e d'accordo. Secondo il Bravo a Roma non esistono omofobi, lesbiche, persone che non sanno abbinare colori e persone orrende in generale. Secondo il Bravo, a Roma i gay sono tutti dolci dolci, e carini carini. I gay sono tutti simpa simpa, pronti per andare insieme a divertirsi. Insomma una melassa diabetica, che va in completa antitesi con il suo aspetto fisico. Che è sopra la norma. Ovviamente il Bravo è bonissimo. E il Bravo è anche poco, perchè lui in realtà è BRAVISSIMO. Dopo aver blableggiato del più e del meno io lo saluto e gli auguro una felice serata, sottolineando la parola felice, così lui è più contento. Comunque. Ritrovo Guy e La Du Barry che non sono stati molestati da nessuno, stranamente, e ricongiungiamo il gruppo perchè arrivano anche Little Miss Sunchine e co. Guy e la Du Barry vanno via, quasi subito purtroppo. Io ancora tramortito dai troppi, inaspettati e scopiettanti incontri della serata decido di trovare pace e tranquillità nell'alcool. Diciamo ricongiungermi al mio io. E decido di andare al MyBar. E qui signori e soprattutto signore ho capito che quella sarebbe stata una serata da non dimenticare. Davanti a me, non so come, si materializza Mr. Big. Con lui il suo amico, l'orcomaleFICO. Io sono stravolto. L'ultima volta l'orcomaleFICO mi ha ficcato la lingua in bocca. E io, ovviamente ci sono stato, visto che tanto brutto non è, e che non posso aspettare che il tempo passi e io invecchi senza che nessuno mi metta solo la lingua in bocca e basta. Ma prima di essere Annabelle Bronstein, io ero una stronza maledetta. E quella stronza maledetta era lì. Saluto Big, lo sbaciucchio e comincio ad insultarlo per la sua latitanza della settimana appena trascorsa. Gli chiedo se capisce ancora l'italiano e gli ricordo che ha il mio numero di telefono in rubrica. E che grazie al cielo, sono anche l'unica persona che si chiama Annabelle Bronstein. Gli ricordo che odio che le persone mi dicano di si per un aperitivo e poi non mi facciano sapere più nulla. Lui. Rinnova il suo invito per il weekend e assicura che questa volta non mancherà. Io potrei dimenarmi lì in danze scatenate. Ma evito, perchè cè davvero una marea di gente. Lui mi fa sorseggiare il suo amaro, come se non fossi abbastanza ubriaco, l'orcomaleFICO mi tocca il culo e io mi sento quasi il più desiderato della serata. Anche se Big è sfuggente, e parlare con lui diventa sempre un'impresa. L'orcomaleFICO intanto mi dice che sono un cacacazzi, e io nella mia totale acidità gli dico che se così fosse egli sarebbe davvero contento di cacarmiilcazzo. Non so se mi spiego. Lui ride, e mi da del bastardo, e dice anche che nessuno gli aveva risposto mai così a tono, io gli dico che in realtà dimostra trentasette anni, e lui mi ripoggia la mano sul culo. INTERESSANTE penso io, e penso anche alla miriade di corna del suo ragazzo. Ma penso anche che ho vinto. Bene. Big finalmente riappare manco fosse Katy Perry sobria, e mi si avvicina, mi fa le carezzine e mi abbraccia dicendomi che sono bello e che la devo smettere di essere logorroico. MA SE NON GLI HO DETTO ANCORA NULLA? Decido, allora, con astuzia di abbandonare il campo, di ricordargli di farsi sentire e fuggire da quel posto che si era tramutato per una sera il luogo più frequentato di Roma. Decido di sorridere, sculettare e ricredermela come non mai almeno fino alla macchina, o al massimo all'ultimo angolo visibile. Stanco, esausto e contrariato ripenso a tutte le facce della serata. Ma la ciliegina arriva sul mio telefono sotto forma di sms, dove vengo paragonato al vino, e che più invecchio e più so bono. E si trattava del Prof. e della sua imbarazzante voglia di volerne ancora da me. Io, Annabelle Bronstein decido dunque, di far finta di nulla e di tenere tutto per me. O al massimo, di condividerlo con pochi, cari ed intimi amici ;))))

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