domenica 10 maggio 2009

Le figure di merda di Annabelle Bronstein: il ritorno del lattaio di Primavalle


Venerdì, 8 maggio 2009
Gli influssi astrali che regolano gli incontri nella capitale sono altamente misteriosi e complessi da poter essere compresi dalla mente umana. Figuriamoci se posso capirli io dopo una notte intera passata al lavoro. Ma l'altra mattina forse vittima della troppa stanchezza, o semplicemente rintronato come al solito, i miei occhi si sono trovati davanti un Deja Vù, bello e buono. Anzi, bello e bono. Era lui. L'indisponente e affascinante lattaio di Primavalle. Eh si. Un ritorno graditissimo. Questa volta però io ero ben nascosto dietro i miei mega-occhiali da sole, e ben protetto dalle cuffie del mio ipod. Intorno a me, grazie al cielo, solo pochissime persone. Ho immediatamente spento l'ipod perchè terrorizzato dall'eventuale mega figura che avrei potuto ancora una volta fare. E invece, dramma. Il lattaio mi ha riconosciuto. Mi ha squadrato per capire se stavo ascoltando musica, o facessi finta, e avvicinatosi per raggiungere il solito baretto per consegnare il latte ha abbozzatto un sorriso e ha esordito simpaticamente: "Stamattina niente latte?". Io pervaso da una gran voglia di sbatterlo nel suo camionciono e farne di ogni, mi sono controllato, ho sorriso e ho alzato la mano destra per abbozzare un saluto, "Ma no, no, grazie. Per oggi siamo apposto così!!!", ho detto con una certa remissione. E poi perchè rispondo al plurale. Ah giusto perchè sono gemelli. E lui ha risposto sorridendo. Certo è che più sorride e più considero la serie ed eventuale possibilità di lanciare una microspia satellitare nel suo furgoncino, e seguirlo in capo al mondo consegnando latte in ogni là e in ogni dove. Ma decido di stare fermo, e godermi questa vittoria su tutta la linea, indeciso se creare un balletto pop per l'occasione sulle note di Toxic oppure ancheggiare con movenze pop. Non faccio nessuna delle due cose. Sorrido e prendo il 997, per arrivare a Battistini, e saluto mentalmente il mio lattaio, però non è un addio, solo un piacevole arrivederci.

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